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Serie tv sotto processo per colpa delle bionde

Sigarette in otto telefilm su 10, Netflix nel mirino dei salutisti. E l'Austria riapre i locali ai fumatori

Serie tv sotto processo per colpa delle bionde

Il fumo nei film è diseducativo? Il monito a Netflix viene da un'organizzazione americana che si occupa di salute pubblica e che si chiama Truth Initiative: il 79% dei film e delle serie tv viste sui giovani tra i 15 e i 24 anni contengono scene in cui si fuma. Le scene con il fumo, nelle serie Netflix, sono state 319 e sono più del doppio di quelle andate in onda su altre emittenti. Nei film e nelle serie televisive continuano a fumare come delle ciminiere. La sera, nel vecchio House of Cards, quello che amavamo tanto, Claire e Frank si concedevano una fumatina alla finestra per rilassarsi e stemperare la tensione elettorale.

La mamma di Will di Stranger Things, interpretata da Winona Rider, è una fumatrice. Il protagonista di Altered Carbon ha ricevuto un corpo da soldato, una «custodia» nuova di prima qualità e continua a fumare negli ascensori perché ha ereditato dal precedente abitante un'insana e divorante passione per le sigarette. Saul, di Better call Saul, usa la scusa delle sigarette per fare una pausa dal lavoro con la sua fidanzata. Nella copertina di Escort c'è una donna che fuma. Ma fumano anche in Mindhunter, Peaky Blinders e in Bloodline. Sì ai modelli positivi, ma l'arte si esprime come vuole? Netflix risponde «lo streaming è più popolare che mai, siamo felici che il fumo non lo sia». Del resto, le sigarette hanno segnato intere pellicole. Fumava Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, fumava Humprey Bogart in Casablanca. Ricorderemo tutti James Dean, con la sua bionda in bocca e il suo fascino da bello e maledetto. Le sigarette accese hanno dato luce a scene che ci ricorderemo per sempre. Jigen di Lupin ne ha sempre una storta tra le labbra. Fumare fa male e veder fumare persone affascinanti nei film potrebbe spingere qualcuno ad imitarle. Per chi se la ricorda, la campagna «smoking is not cool» (fumare non è cool) di Quitnow aveva fatto discutere l'America.

Ma se abbiamo i videogiochi di guerra, come Call of Duty e diversi altri, così come guardiamo Gomorra e non ci mettiamo a sparare, possiamo vedere un film senza cadere in una trappola imitativa. Anche se è sempre in agguato l'effetto Werther, chiamato così a causa del libro di Goethe. L'effetto Werther sarebbe la spinta di emulazione: dopo la pubblicazione del libro (in cui il protagonista muore suicida), aumentarono i suicidi. La stessa cosa era successa in Italia, dopo la pubblicazione del libro Ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo. Secondo Truth Initiative, «le persone esposte a immagini che invitano all'uso del tabacco sviluppano un rischio doppio di iniziare a fumare» perché stiamo «normalizzando un'abitudine mortale per milioni di giovani impressionabili».

Un'altra notizia è questa: l'Austria ha appena annullato il divieto di fumo nei locali: si potrà fumare ancora in bar e ristoranti. E se sembra di tornare indietro nel tempo (quasi non ci si ricorda più di quando si fumava nei nostri bar), il partito della Libertà austriaco (Fpo), ha abolito il divieto di fumo ancora prima che entrasse in vigore. Tuttavia, hanno innalzato l'età a cui le sigarette si possono comprare in Austria: si passa dai 16 di prima ai 18 di adesso. Adesso vanno di moda le sigarette elettriche (ci ricorderemo una delle prime sigarette elettrica in bocca a Johnny Depp in The Tourist) e molte persone le hanno utilizzate per sostituire quelle di carta e tabacco.

E la domanda è questa: prima o poi, le sigarette vere scompariranno per sempre? Vedremo.

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