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"Roma corrotta e moribonda" E Severgnini divide gli italiani

L'attacco del giornalista in un commento sul New York Times: "Roma attualmente è un posto cupo". Poi la sviolinata per Milano

"Roma corrotta e moribonda" E Severgnini divide gli italiani

Beppe Severgnini mette sul banco degli imputati Roma. E lo fa sul New York Times con un editoriale che fa arrabbiare i romani e divide profondamente gli italiani. "Roma attualmente è un posto cupo", tuona il giornalista del Corriere della Sera facendo un paragone con Milano definendola una città in pieno rinascimento culturale, economico e politico. Una posizione che su Twitter ha aperto un acceso dibattito.

"L'economia è stagnante, la corruzione è diffusa e nessuno sembra sapere o anche interessarsi al come far ripartire le cose", scrive Severgnini sul New York Times elencando i guai giudiziari di Mafia Capitale, il commissariamento della città e lo scandalo di Affittopoli. "È così bella che i suoi abitanti pensano che la bellezza sia sufficiente - incalza - quando comprendono che la vita cittadina contemporanea necessità di qualcosa di più - un trasporto pubblico efficiente e manager onesti, per esempio - allora dicono di voler cambiare le cose. Ma la bella e seducente Roma sussurra all'orecchio: 'Perché far fatica? Non cambiate niente!'". Milano invece, secondo il giornalista del Corriere della Sera, starebbe vivendo una stagione colma di ottimismo e speranza. "Se cammini lungo le strade di Milano subito capisci perché i milanesi pensano che la loro città sia il vero faro dell'Italia - scrive sempre sul New York Times - diventata, nel giro degli ultimi anni, una calamità irresistibile per i giovani da tutto il Paese, che arrivano in massa per lavorare nel design, nei media, nella moda e nel campo del cibo".

Severgnini, già candidato nelle liste del Partito democratico, coglie l'occasione per lodare il successo dell'Expo e del Salone del Mobile facendo notare come, "negli ultimi cento anni molti dei cambiamenti cruciali dell'Italia (buoni e cattivi)"siano cominciati proprio a Milano. Ed elenca: "Il socialismo, la febbre della Grande Guerra, il fascismo, la resistenza al fascismo, il boom economico degli anni '60, il sommovimento politico degli anni '70, la campagna Mani Pulite, la Lega Nord". E ora, a suo giudizio, starebbe tenendo a battesimo una sorta di "rinascimento giovane e colorato".

"La sfida di Milano è diffondere il suo successo al resto dell'Italia - conclude - mostrare che esiste uno spirito imprenditoriale in tutto il Paese, e che i giovani che arrivano a frotte a Milano per trovarlo potrebbero convincersi a rimanere dove sono nati, se trovassero le stesse opportunità".

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