Politica

Sfascio Atac: autista scrive insulti no Vax sul bus

Messaggio volgare sul display di servizio. Indignazione sui social, aperta un'indagine

Matteo Basile

Un'azienda fuori controllo in una città allo sbando. L'Atac, che si occupa di trasporto pubblico romano, è il perfetto specchio del momento che vive la Capitale. A pezzi, senza un euro e con un'anarchia dilagante che porta a figuracce in serie. Tanto che un'autista di bus e militante No-Vax si sveglia una mattina e decide di utilizzare lo schermo luminoso in testa al mezzo per scrivere «Vaccinati sto c...». Non solo, il suddetto autista, non pago della genialata, decide di postare la foto su Facebook, vantandosi dell'impresa e finendo inevitabilmente nel tritacarne.

La foto è stata pubblicata, e poi rimossa, sulla pagina Facebook «Genitori e bambini liberi e sani - Popolo Unico», pagina che vuole (in teoria) promuovere «questioni giuridiche e tecniche» sui vaccini contro «i governanti che vanno contro il popolo». «Scusate il termine colorito ma stamattina me so svegliato così è mentre lavoro e aspetto di partire ho voluto dipingere il mio bus così», scrive Alessandro Ceccarelli in allegato alla foto. Un utente, salva la pagina, la posta su Twitter e ne chiede conto all'account ufficiale «infoAtac» e apriti cielo. Il povero addetto aziendale al social network si è trovato a fronteggiare una marea di segnalazioni, molte delle quali condite da insulti e male parole. «Provvediamo subito a una verifica», la risposta di pragmatica, diventata poi difesa e assicurazione che verranno fatti accertamenti. Tanto che la stessa azienda in giornata è costretta a difendersi e ad emettere un comunicato ufficiale. «Al termine dei necessari approfondimenti, l'azienda prenderà ogni provvedimento non solo a carico del conducente, ma anche di eventuali altri responsabili, che col proprio comportamento avessero favorito, in qualsiasi modo, la grave ed inaccettabile violazione dei regolamenti aziendali e conseguente danno all'immagine della società».

Aria di bastonata per il prode antivaccinista Ceccarelli che però sulla sua pagina Facebook non solo non arretra ma anzi rincara la dose: «Segnalare un sopruso come ho fatto io di solito porta encomi da parte dell'azienda», scrive anche se a sensazione di promozioni per lui, non se ne parla.

C'è una lunga tradizione romana di messaggi sui bus, da quello che diede il benvenuto alla Raggi dopo l'elezione a sindaco ai più ironici «Aho, so' rotto» in caso di guasto. Ma l'ultimo episodio è il chiaro segnale di un'azienda allo sbando dove chiunque fa quel che vuole e in cui gli 1,35 miliardi di euro di buco potrebbero presto far saltare il banco.

La degna azienda di trasporto di una città sull'orlo del crac.

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