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Sfida della Baviera: crocifisso obbligatorio

Söder: "È la nostra identità cristiana". La chiesa: no all'uso politico dei simboli

Sfida della Baviera: crocifisso obbligatorio

Berlino - Nelle scuole della capitale è vietato portarne anche uno piccolo appeso al collo in ossequio alla legge sulla neutralità dello stato; negli uffici pubblici di Monaco, invece, da oggi è obbligatoria la sua affissione al muro. La Germania è una Repubblica federale e in materia di crocifisso ogni Stato-regione fa testo a sé. «Un chiaro impegno per la nostra identità bavarese e per i valori cristiani: oggi la riunione di gabinetto ha deciso che una croce verrà appesa in ogni ufficio statale a partire dal 1 giugno».

Lo scorso 24 aprile il governatore del Libero Stato di Baviera Markus Söder aveva annunciato su Twitter la svolta in senso religioso e identitario degli altrimenti silenziosi e asettici uffici pubblici bavaresi. Un annuncio condito dalla diffusione di una foto in cui Söder appende un'antica croce di legno su una parete della cancelleria statale. Benché annunciata da un esponente di punta della Csu, il partito cristiano-sociale presente solo in Baviera, la novità ha sorpreso i tedeschi. Per molti di quelli che vivono più a nord, anche fra gli elettori del partito cristiano democratico (Cdu) di Angela Merkel, la Csu è semplicemente un covo di reazionari. La Csu è però lo stesso partito che da decenni amministra da sola e con cura una terra già contadina, diventata in pochi decenni il primo motore della locomotiva d'Europa. Fra il 1962 e il 2008, la Csu ha governato in monocolore e l'identificazione fra il partito e la Baviera è tale che in quel Land la Cdu non si presenta neppure alle elezioni, lasciando ai cristiano sociali l'incarico di mietere le messi elettorali.

Recuperata la fiducia dei bavaresi nel 2013 con oltre il 49% dei consensi, il partito cristiano sociale ha però trovato pane per i suoi denti in Angela Merkel. La sua politica d'accoglienza ai profughi, molti dei quali entrati in Germania proprio dalla Baviera, ha fatto vacillare la fiducia dei bavaresi in un partito rivelatosi incapace di fermare l'arrivo dei rifugiati: alle elezioni dello scorso settembre la Csu è «precipitata» al 38,8%. Quelle però erano elezioni federali: a metà ottobre si vota per il rinnovo del parlamento statale e la Csu è corsa ai ripari: cacciato l'ex governatore Horst Seehofer a Berlino, Söder è stato chiamato a imprimere quella svolta conservatrice che permetta di recuperare i voti intercettati dagli xenofobi di AfD.

Il crocifisso negli uffici statali (ma non quelli comunali o dello stato federale) serve proprio a questo. Nella cattolicissima Baviera la croce negli uffici piace a molti ma non a tutti. Il protestante Söder non ha messo in conto la reazione della Chiesa romana: il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della conferenza episcopale tedesca, ha detto no all'uso politico del crocifisso.

Dalla parte del presule si sono schierati i giovani cattolici (Bdjk) e i giovani protestanti (Ebj) bavaresi, che al governatore hanno ricordato che per loro la croce è simbolo di tolleranza e non di identità.

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