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La sfida del sindaco leghista: "Perché ho messo la foto di Mattarella nell'armadietto"

La Ceccardi spiega perché ha deciso di togliere dall'ufficio la foto del presidente della Repubblica: "Sia rispettata la volontà popolare"

La sfida del sindaco leghista: "Perché ho messo la foto di Mattarella nell'armadietto"

"Io credo che sia opportuno dare un segnale forte". Il sindaco leghista di Cascina, Susanna Ceccardi, spiega perhé ha deciso di togliere dal suo ufficio la foto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo il fallimento delle trattative per la formazione del governo gialloverde. "Noi sindaci che siamo tutti i giorni sul fronte - ha spiegato all'agenzia Vista - abbiamo bisogno di governi stabili e votati dai cittadini e che, quindi, sia rispettata la volontà popolare". Ora, in protesta con lo strappo del capo dello Stato, il primo cittadino del Carroccio sta anche pensando di non partecipare alle celebrazioni del 2 giugno, Festa della Repubblica.

Dopo che il "no" di Mattarella a Savona al ministero dell'Economia ha bloccato la nascita del governo gialloverde, il Carroccio ha affilato le armi e la protesta è dilagata. Ieri Paolo Grimoldi ha proposto a tutti gli amministratori leghisti di rimuovere immediatamente dai loro uffici pubblici la foto di Mattarella perché "non rappresenta più un garante imparziale dei cittadini". Richiesta che è stata subito raccolta da gran parte dei 160 primi cittadini lombardi. Tra questi anche la Ceccardi. Che non solo la tolta dal proprio ufficio, ma l'ha anche "rinchiusa" in un armadietto. Ai microfoni dell'agenzia Vista (guarda il video) ha spiegato che il suo è un segnale per tutte le alte cariche dello Stato. E non si limiterà a questo. Sta, infatti, valutando anche di non andare alle celebrazioni di sabato prossimo per la Festa della Repubblica.

Nell'intervista a Vista, la Ceccardi difende la scelta di Matteo Salvini di andare avanti fino in fondo a difendere Paolo Savona. Il leader del Carroccio lo avrebbe voluto al ministero dell'Economia, ma Mattarella si è opposto fino a far saltare il banco. "Durante le trattative - ha spiegato il sindaco di Cascina - Salvini ha fatto tanti passi indietro.

Per esempio, non ha voluto la presenza della Lega alle presidenze della Camera e del Senato e ha anche fatto un passo indietro sulla premiership - ha poi continuato - anche farci imporre il ministero dell'Economia sarebbe stato davvero troppo".

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