Politica

Si apre il caso Franceschini: tegola sul tetto al contante

Il ministro svela il dissidio nel governo: "Ero contrario ai tremila euro ma ha vinto Alfano". La Giannini difende la scelta. Boccia critico: una "scossettina" decisa per far girare i soldi

Si apre il caso Franceschini: tegola sul tetto al contante

Parlarne entro le mura sigillate del Consiglio dei ministri è un conto. Ripetere pubblicamente (in questo caso nel corso di un'intervista radiofonica) le stesse cose è un altro. Dario Franceschini boccia l'idea dell'innalzamento della soglia del pagamento in contanti. Non gli piace l'idea che si possano spendere fino a 3mila euro cash . «L'ho detto anche in Consiglio dei ministri - afferma ai microfoni di Radio 24 - dopodiché, come è giusto che sia, mi adeguo alla maggioranza». «Con Alfano - aggiunge - abbiamo discusso più volte. Questa volta ha vinto lui». Insomma non c'è una visione condivisa su un tema tanto controverso come l'uso del contante e il modo più efficace di sconfiggere l'evasione fiscale.

E il dato che emerge è che all'interno della maggioranza di governo ci siano due ben distinti modi di vedere le cose. Almeno secondo quanto riferito dallo stesso ministro della Cultura nel corso dell'intervista radiofonica. Un'ammissione di sconfitta, la sua, che fa il paio con il compiaciuto autoriconoscimento dei rappresentanti di Ncd. A iniziare proprio da Angelino Alfano che su Twitter conferma: «Su innalzamento tetto contante Franceschini dice che ho vinto. Ha ragione e vigileremo perché la vecchia sinistra non ottenga passi indietro». A mettere il cappello sulla modifica riguardante il contane nella Legge di Stabilità insomma è l'Ncd. «L'elevazione del tetto all'uso del contante - spiega Valentina Castaldini, portavoce dell'Ncd - è solo una delle tante battaglie che abbiamo portato a casa». Le fa eco Maurizio Lupi che prova pure a disinnescare la «mina Cantone». Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione aveva infatti ricordato la sua contrarietà. «Non credo, però, - aveva spiegato Cantone - che l'aumento di per sé porterà la crescita dell'evasione fiscale, ma credo sia sbagliato essere arrivati a 500 e risalire a 3.000. Una volta che si stabiliscono delle regole bisogna stare attenti a cambiarle». Lupi sottolinea proprio questo passaggio, visto che a parlare non è un pericoloso evasore ma il magistrato chiamato a dirigere l'Anac. «La sinistra in questo Paese - chiosa Lupi - ha sempre bisogno di un nemico, e quando non lo trova se lo crea. Persa la battaglia sulla legge elettorale e sulla riforma costituzionale adesso grida al pericolo “contante”. Non la rassicurano nemmeno le parole documentatissime del ministro Padoan, che pure in passato era in linea di principio contrario».

Da ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, non può non farne una «questione culturale». L'ex esponente di Scelta civica, ora approdata al Pd, prova a stemperare la polemica. «Non penso che sia il tetto di spesa del contante ad aiutare o meno l'evasione: questo è un fenomeno culturale prima ancora che amministrativo».

Come al solito, il delicato dibattito sul tetto del contante si sposta in casa Pd, per dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, che il partito è tutt'altro che pacificato da una visione comune. Alla Giannini risponde Francesco Boccia, presidente della Commissione bilancio della Camera, intervenendo a Un giorno da pecora (Radiodue). «Con la scelta di mettere nella Legge di Stabilità il tetto dei contanti a tremila euro - spiega Boccia - Renzi è convinto di dare una scossina ai meccanismi che fanno girare i soldi. Io però sono contrario».

«Sulla legge di Stabilità la puntuale levata di scudi della minoranza Pd non promette niente di buono - replica il senatore Andrea Mandelli, capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio - l'aumento del tetto per l'uso del contante non si tocca.

Anche perché, insieme al taglio delle tasse sulla casa, è l'unica cosa buona nella manovra».

Commenti