Cronache

Si intascava le offerte per la carità: nei guai l'abate amico di Marrazzo

Il denaro destinato alle opere pie sarebbe finito sui conti personali

Si intascava le offerte per la carità: nei guai l'abate amico di Marrazzo

Altro che culto e opere caritatevoli. Piero Vittorelli, ex abate di Montecassino, i soldi li usava per fare il signore insieme con il fratello Massimo. La Guardia di finanza ha sequestrato all'alto prelato due appartamenti e contante per 580mila euro che avrebbe fatto scomparire dai conti dell'Abbazia. Denaro che doveva servire per aiutare i poveri e migliorare le condizioni di vita di decine di famiglie, ma invece finiva magicamente nel conto personale di Vittorelli.Il sequestro preventivo è stato disposto dal Gip del Tribunale di Roma Vilma Passamonti, su richiesta del pm Francesco Marinaro, che ha scoperto il malaffare. Per Vittorelli far scomparire quelle cifre era un gioco da ragazzi, perché durante il mandato aveva accesso illimitato ai conti del monastero Benedettino. E ora il reato ipotizzato per lui è quello di riciclaggio.La sua elezione, il 25 ottobre 2007 come centonovantunesimo abate, era stata confermata e ratificata da papa Benedetto XVI.Il 31 dicembre l'abate aveva preso possesso del palazzo badiale e della chiesa madre nonché della diocesi facente capo all'abbazia territoriale di Montecassino, la più importante d'Europa. Poi due anni dopo aveva ricevuto la visita del Papa. Ma nel mese di maggio 2012 aveva avuto una crisi cardiaca, che gli aveva comportato un problema neurologico ed era tornato al suo posto solo nella primavera successiva, dopo una lunga terapia riabilitativa. Il 12 giugno 2013, però, la decisione di lasciare, per motivi di salute.La stessa abbazia era stata scelta come rifugio dall'allora governatore del Lazio Piero Marrazzo, dopo la bufera sull'inchiesta trans per sfuggire al clamore e ritrovare se stesso. Marrazzo aveva parlato di Vittorelli come di un «amico e guida». Di sicuro l'ex abate era bravo oltre che a guidare le anime anche a dirottare il denaro destinato a opere pie nel suo conto personale.Gli importi sottratti, secondo il pm, venivano riciclati in varie tranche attraverso passaggi su vari conti correnti gestiti dal fratello, intermediario finanziario, per poi tornare nella disponibilità del prelato, che aveva acquistato anche due appartamenti a Roma per lui e il parente.Con Papa Francesco al soglio pontificio l'abbazia ha subito una vera e propria rivoluzione ed ha vissuto momenti difficili con una sorta di ispezione interna scaturita proprio dal sospetto di ammanchi di notevole entità. Ma lo scorso anno con la nomina di don Donato Ogliari un «faro della cristianità in Europa» ha ripreso ad essere il punto di riferimento per i fedeli e Bergoglio ha accorpato anche le diocesi di Cassino e Sora.«Sono basito - ha commentato Giuseppe Golini Patrarcone, sindaco di Cassino -. Una notizia simile se dovesse trovare riscontro anche nelle aule giudiziarie, lascia l'amaro in bocca. È impensabile che un sacerdote del monastero più importante d'Europa se non del mondo possa aver sottratto mezzo milione di euro destinati ai meno abbienti. Noi, come Comune, seguiamo e non senza difficoltà settecento poveri al mese.

Famiglie e non singole persone».

Commenti