Politica

La sponda coi fittiani e il lavoro di Letta per ricucire

Si potrebbe sviluppare una saldatura tra le due correnti per chiedere un cambio della governance del partito

La sponda coi fittiani e il lavoro di Letta per ricucire

È una giornata che si sviluppa tutta sul filo delle pressioni incrociate da parte delle correnti di Forza Italia, quella che segna il primo giorno post-assoluzione di Silvio Berlusconi.

La tensione è palpabile. Da una parte ci sono i verdiniani che attendono istruzioni. Dall'altra i fittiani che vogliono capire se davvero ci sarà la conferma della fine del Patto del Nazareno e la blindatura della nuova linea anti-renziana. Così come attendono un segnale chiaro sulla composizione delle liste in Puglia, in vista delle Regionali. Una domanda, però, si rincorre tra i corridoi di Montecitorio: si arriverà a una saldatura delle due opposizioni interne su alcuni punti strategici? Si creerà un asse comune tra verdiniani e fittiani per pretendere un cambiamento della governance del partito? In molti sono pronti a scommetterci.

A rendere la matassa più intricata alcune voci secondo cui ci sarebbero esponenti vicini all'europarlamentare pugliese tentati dal «ribaltone», ovvero dall'adesione alla corrente verdiniana. Un cambio di casacca che per loro segnerebbe una sorta di completa rivoluzione della propria identità politica, visto che Fitto rappresenta l'opzione più anti-renziana all'interno del partito e Verdini quella più filo-renziana. Senza dimenticare che diversi firmatari della lettera pro-Nazareno verdiniana non sarebbero disposti ad aderire a una scissione e alla costituzione di un nuovo gruppo. Almeno alla Camera, perché al Senato dove si gioca la partita più delicata, gli animi appaiono più infuocati.

Si tratta, probabilmente, di scosse di assestamento in attesa che sia Berlusconi in persona a dettare la linea, a disegnare la nuova Forza Italia 2.0, a riconfermare o modificare la squadra al comando del partito - in particolare gli occhi sono puntati su chi avrà il potere di definire le candidature - e a determinare così eventuali conseguenze e addii. In questa fase, estremamente delicata, Gianni Letta è costantemente al lavoro per provare a ricucire e a tenere insieme le varie anime del partito. I suoi contatti con Fitto sono frequenti.

Berlusconi non rinuncia all'ambizione di ricompattare il partito e riunire il centrodestra, ma tenere insieme le diverse sensibilità potrebbe essere impossibile. Di certo le colombe si muovono cercando di riportare la dialettica dentro argini ragionevoli. Paolo Romani, ad esempio, ribadisce il «no» alle riforme, ma tiene aperto uno spiraglio. «In politica mai dire mai. Le proposte che oggi fa Renzi non ci convincono e quindi siamo all'opposizione.

Vediamo nel futuro».

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