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Si sciopera sempre di più grazie a politici e giudici

Il garante denuncia l'abuso del 2016. Troppe coperture degli amministratori Pd alle scorribande sindacali

Si sciopera sempre di più grazie a politici  e giudici

Nel 2016 gli scioperi sono aumentati del 4% sull'anno precedente per 840 giornate complessive. In particolare, è cresciuto il numero degli scioperi generali che lo scorso anno sono stati 13 contro uno solo del 2015. È quanto emerso dalla relazione, presentata ieri, del presidente della Commissione garanzia sciopero, Giuseppe Santoro Passarelli. Si tratta, prosegue il garante, «di scioperi proclamati, ormai in larga parte, nel rispetto delle norme di legge e di regolamento che governano il conflitto nei servizi pubblici essenziali, segno questo di un certo radicamento della normativa nella prassi dei principali attori delle relazioni industriali».

Insomma, un chiaro invito a rivedere la normativa perché molto spesso sono i cittadini più indifesi a essere colpiti dalle agitazioni in quanto il trasporto pubblico locale è il settore che ha proclamato più scioperi nel 2016 (368) e che ne ha effettuati il numero maggiore (250). La sottolineatura ha un significato ben preciso: è la pubblica amministrazione, in fondo, a lasciare spazio alle scorribande sindacali anche quando le singole sigle sono poco rappresentative dei lavoratori. In secondo luogo, molto spesso è la stessa pa, nelle sue varie declinazioni, a difendere l'abuso di questo diritto. Santoro Passarelli, infatti, ha espresso «rammarico» per la decisione del giudice del lavoro di Roma che di fatto ha lasciato impuniti i vigili per la paralisi di Capodanno 2015 e ha condannato il garante al pagamento delle spese processuali. «Non posso - ha detto nel corso della sua relazione - con un certo rammarico esimermi dal fare un riferimento alle sentenze del giudice del lavoro di Roma, emanate nel corso del 2016, che hanno annullato la delibera di valutazione negativa e le relative sanzioni, adottata dalla Commissione di garanzia nei confronti delle organizzazioni sindacali della Polizia municipale di Roma». Il ricorso sarà discusso solo l'anno prossimo, ma i tempi della giustizia non sono prerogativa del garante.

E proprio quello sciopero selvaggio è stato preso come esempio del malcostume degli impiegati pubblici allorquando esercitano le proprie prerogative sindacali. In seguito all'invito a revocare delle assemblee, pretestuosamente indette proprio per quei giorni, vi fu un'assenza per malattia del personale in turno di circa il 70 per cento. Insomma, bisogna dire basta agli scioperi mascherati da assemblee sindacali e si devono «regolamentare le forme anomale di lotta sindacale quando, per entità, durata e modalità di esercizio, siano tali da incidere negativamente sulla erogazione del servizio essenziale».

Il presidente della commissione Lavoro del Senato ed ex ministro, Maurizio Sacconi, ha sottolineato come sia stato il Pd a rallentare l'iter dei disegni di legge «rivolti a contemperare in modo più efficace il diritto allo sciopero con quello alla mobilità», denunciando di fatto una sponda tra il partito di maggioranza relativa e la sinistra sindacale. Non a caso ieri il leader della Cgil, Susanna Camusso ha criticato aspramente l'invito di santoro Passarelli a metter mano alle norme. L'appello è stato invece accolto dal segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. «Quando ho incontrato il nuovo garante gli ho spiegato qual è il nostro modo di pensare anche in merito allo sciopero virtuale, con sanzioni a carico delle aziende: per ogni giornata persa da un lavoratore tre giornate perse dall'azienda», ha detto. Non si tratta di una novità in assoluto.

Qualche anno fa l'aveva proposta Renato Brunetta (Fi).

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