Cronache

Si è spento Boncompagni ma la sua tv resta accesa

Morto il pioniere dell'intrattenimento in radio Aprì la strada al pop delle generaliste. Ecco come

Si è spento Boncompagni ma la sua tv resta accesa

Certo che lui si divertirebbe assai. Ora che se ne è andato nella sua casa dopo una lunga malattia a 84 anni, Gianni Boncompagni sorriderebbe a leggere i commenti sprezzanti di persone che oggi fanno o seguono programmi ben peggiori di quelli che lui si è inventato nei due decenni d'oro della sua carriera tv. Poi magari farebbe una di quelle battute, tra il surreale e il crudele, che erano una sua specialità. Però la maggior parte dei giudizi sono commossi perché, sia chiaro, si è spento per sempre uno dei pochi legislatori musicalradiotelevisivi che davvero abbiano creato il sistema normativo della comunicazione di massa, quella autenticamente pop che lui chiamava «la televisione del nulla» e che ha fatto faticare «non poco», per comprenderne la grandezza, anche pontefici della critica come Aldo Grasso del Corriere della Sera. Perciò, oggi che si apre la camera ardente, non rimane che correre sui tre binari sui quali Boncompagni ha lanciato la radio e la tv che ancora oggi seguiamo.

DIETRO IL MICROFONO Prima come autore di brani di indubbio successo (Il mondo di Jimmy Fontana del 1965 su tutti) e poi come autore e conduttore su Radio2 (Bandiera gialla dal '65 al '70 con Renzo Arbore e Alto gradimento dal '70 con interruzioni fino al 1980 sempre con Arbore ed altri) ha sdoganato il rock'n'roll e la musica d'autore italiana (dalle sue parti passarono per la prima volta Battisti e Patty Pravo, tanto per dire) ma soprattutto contribuì a inventare, ben prima e ben meglio delle radio private, quella forma di intrattenimento surreale e improvvisato, pieno di protagonisti che diventano comparse e comparse che si trasformano in protagonisti, che è tuttora la spina dorsale di tanti network. Una cifra unica che nessuno è riuscito a eguagliare ma che, nonostante i tempi radiofonici siano drammaticamente più frenetici, è sempre un punto di riferimento. E lo rimarrà per un bel po' ancora.

LA TV NEL SALOTTO Prima di Pronto, Raffaella? nel 1983, su Rai1 a mezzogiorno c'era solo il monoscopio. Per reagire al successo dei quiz mattutini di Canale 5, Boncompagni inventò il salotto fatto tv, con una padrona di casa strafamosa ma mai vista in quella veste (la Carrà) e un gheriglio di chiacchiere con i telespettatori e di giochi ultrapopular come quello del vaso di fagioli (peraltro copiato da un programma di Tele Libera Firenze condotto dall'allora sconosciuta Cesara Buonamici). Poi venne Pronto, chi gioca? con Enrica Bonaccorti e il successo non cambiò. Insomma, la «desacralizzazione» della tv era diventato un mostro sacro ed è tuttora un paradigma della tv di intrattenimento che, con meno giochi e più chiacchiera, occupa i palinsesti generalisti.

IL TALENT PER IL REALITY Per Boncompagni, che aveva anche inventato e condotto Discoring, il mondo dei giovani è sempre stato una calamita ispiratrice. Uomo dell'intuizione a bruciapelo, si inventò a Mediaset Non è la Rai che è stato una sorta di talent show ante litteram prendendo personaggi sconosciuti, quindi da reality. La lista è lunghissima, da Ambra Angiolini a Laura Freddi, Lucia Ocone, Antonella Elia, Claudia Gerini, Alessia Merz e via elencando personaggi o personaggini che tuttora animano la tv e lo spettacolo. Essendo un pioniere, quel programma diventò anche la pietra dello scandalo sociotv (e anche personale per Boncompagni, alla luce di amori veri o presunti come quello con Isabella Ferrari). Non è la Rai si è trasformato nel «monicker» della «tv del vuoto pneumatico», scatenando l'iradiddio tra articolesse dei critici e j'accuse persino politici sulla tv radiocomandata dall'auricolare dello stesso Boncompagni.

In realtà quel programma (che fu condotto dalla Bonaccorti, poi da Bonolis e per due edizioni da Ambra Angiolini) aveva in nuce le tracce di una televisione che, attraverso gli sconosciuti pronti a farsi conoscere, si è rigenerata fino a oggi, creando un'interazione social con il pubblico che, a dispetto delle critiche, è tuttora un filo conduttore di tanti format.

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