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Luca scaricato anche dagli Agnelli

Si tratta una maxi liquidazione tra 200 e 300 milioni

 

«Io sono indispensabile a tutti voi, perché se non aveste avuto un Ferrari, avreste dovuto inventarlo. Avete bisogno di Ferrari...». La frase è tratta dal libro Il secondo è il primo dei perdenti, Enzo Ferrari in parole sue , di Pino Allievi (Rizzoli). Senza il Drake, del resto, il Cavallino non sarebbe esistito e diventato il Mito conosciuto e amato in tutto il mondo. I tempi sono cambiati e Sergio Marchionne, ad di Fiat Chrysler Automobiles, ieri ha di fatto dato il benservito a Luca di Montezemolo, da 23 anni presidente Ferrari (il più longevo nella storia dell'auto) con un messaggio ben chiaro: «Siamo tutti al servizio dell'azienda, nessuno è indispensabile». Marchionne, che non ha mai legato con il suo ex presidente, ha parlato prima del disastroso esito per la Rossa al Gp di Monza, esternando la profonda delusione per il rendimento, da 6 anni a questa parte, della Ferrari in F1.

«Luca ha fatto un grandissimo lavoro sui volumi e gli faccio i miei complimenti - ha puntualizzato l'ad - ma poi c'è la gestione sportiva. Il cuore di Ferrari è quello di vincere in F1, cosa che non accade dal 2008». Al di là degli insuccessi e del presagio sul risultato della gara, Marchionne per la prima volta - pubblicamente - ha dato una lavata di capo al suo «amico» Luca, che solo 24 ore prima, rispondendo ai rumors che da settimane lo danno in uscita da Maranello, aveva dichiarato di essere pronto a presiedere la Ferrari per un altro triennio. Starebbe proprio nell'abitudine, consolidata nel tempo, di gestire in larghissima autonomia l'azienda, il punto che ha determinato la fine del lungo feeling tra Montezemolo e il Lingotto. E a sancire che la misura è ormai colma, è stata proprio quella sorta di «autoinvestitura» per altri tre anni che Marchionne ha preso male. Ma i tempi sono cambiati, e lo stesso vale anche nei rapporti tra Montezemolo e gli Agnelli, soprattutto dopo la scomparsa di Susanna, la sorella dell'Avvocato che ne aveva caldeggiato la nomina alla presidenza di Fiat, subito dopo la morte dell'altro fratello Umberto. E così Montezemolo si trova isolato: anche John Elkann, che negli anni della sua vicepresidenza in Fiat lo ha avuto come guida, prima di prenderne il posto, ha tagliato il cordone ombelicale. E l'assenza (diplomatica) del capo del Cavallino alla festa a Villar Perosa per i 10 anni di matrimonio tra John e Lavinia Borromeo non è passata inosservata. Come la risposta gelida, priva di ringraziamenti, con cui Elkann, in assemblea, ha giustificato l'assenza del suo ex Tutor dal nuovo consiglio di Fca: «Abbiamo rispettato dei criteri di rappresentanza...». «La verità - raccontano nei salotti torinesi - è che Elkann e Marchionne gli stanno più addosso. Una pressione difficile da sostenere per Montezemolo».

Giovedì il cda di Ferrari, presente Marchionne, approverà i conti del semestre. Ma in molti si aspettano la resa dei conti, salvo altre sorprese. E sarebbe già iniziato il braccio di ferro tra i legali delle parti sulla liquidazione «monstre» (tra i 200 e i 300 milioni) che Montezemolo si porterebbe a casa.

Marchionne sarebbe pronto ad assumere l'interim della presidenza, il piano B prevede il doppio incarico all'attuale ad di Ferrari, Amedeo Felisa.

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