"Siamo passati dall'uno vale uno al nessuno conta nulla"

L'atto costitutivo dell'associazione che dispone sulla vita del MoVimento 5 Stelle è cambiato. Ne è stata data notizia da poche ore, Uno - dice l'avvocato Lorenzo Borrè, che avevamo già sentito tempo fa - non vale più uno. Il legale impegnato in una serie di battaglie giuridiche che rilevano anche e soprattutto rispetto alla formazione politica guidata da Luigi Di Maio ha detto la sua, attraverso questa intervistache ci ha rilasciato. Appare chiaro il processo tramite cui i pentastellati sembrano intenzionati a virare verso quella che in gergo si chiama normalizzazione.

Come cambia il MoVimento 5 Stelle con il nuovo atto costitutivo?
"L'atto costitutivo fotografa la fondazione di una nuova associazione da parte di due persone che non avevano alcuna carica sociale nell'omonima associazione: è singolare che in un movimento fondato sulle parole d'ordine della democrazia partecipativa e della trasparenza la decisione di rottamare il vecchio M5S (che al tempo annoverava annoverava circa 150.000 iscritti) e di creare un nuovo partito sia stata presa in due; siamo passati dall'uno vale uno, al nessuno conta nulla, se non è parte dell'oligarchia".

Beppe Grillo scompare in maniera definitiva dalla scena?
"Assolutamente no: Grillo riveste il ruolo di Garante del nuovo partito pentastellato e lo Statuto gli consegna rilevanti poteri: può (potrebbe) sfiduciare Di Maio o annullare l'espulsione di De Falco (che si discuterà domani 12 marzo in Tribunale) e addirittura può ordinare il rinnovo delle consultazioni se non lo soddisfa il risultato. Il fatto che non eserciti queste prerogative non significa affatto che egli sia fuori dal Partito, anzi: a mio avviso attesta una totale condivisione di quanto sta facendo il suo delfino politico".

Il ruolo di leader politico prevale su tutti gli altri? Di Maio è il primus inter pares?
"Come dicevo è un duumvirato: i poteri di Capo politico e di Garante si bilanciano reciprocamente".

La piattaforma Rousseau manterrà un ruolo ai fini decisionali?
"Finché rimane in vigore l'attuale versione dello Statuto sì, ma bisogna ancora aspettare l'esito della causa di Genova, dove il Curatore del MoVimento 5 Stelle originario, nominato dal Presidente del Tribunale, ha agito in giudizio nei confronti del neoPartito pentastellato per ottenere l'inibizione del nome e del simbolo e pere rientrare in possesso del sito movimento5stelle.it; la prossima udienza si terrà il 19 marzo".

Questa sterzata verso la normalizzazione rileva rispetto alla "scomparsa" di Di Battista?
"Non saprei. Constato che il nuovo partito è nato nel dicembre 2017 e che Di Battista non risulta ne abbia mai preso le distanze".

Che succede tra Di Battista e il MoVimento?
"Non saprei, occorre chiedere a lui per saperlo".

La vittoria alle primarie di Nicola Zingaretti accelererà il processo di una scissione in casa grillina?
"Non credo: ci sarà un rientro fisiologico dei voti in libera uscita dal PD, mentre altri sono da considerarsi persi per diverse tornate elettorali, ma nessuna scissione e il motivo è da individuarsi nel mancato radicamento nel territorio. Non sono tanto gli attivisti a muovere il consenso, quanto la macchina della comunicazione. Siamo nella società della politica spettacolo articolata sulla narrazione da reality show: quasi tutti gli attuali attori politici sono imprigionati nell'immaginario della tivù generalista".

Lei ha dichiarato all'Adnkronos che il MoVimento, per via del nuovo atto costitutivo, ha in qualche modo abidcato alla regola dell'uno vale uno. In che senso?
"Come dicevo prima, due persone hanno dimostrato di avere più potere di 150mila....".

Cosa prevede per il futuro del MoVimento, dopo aver letto del nuovo atto costitutivo?
"Qualche dissapore di qualcuno per essere stato scavalcato, poi cadrà tutto nel dimenticatoio".