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Dopo la Sicilia, anche l'Oman. Le lamentele in Esposizione

Stand allagati e "padiglioni fuori mano". Protestano anche Russia e Turkmenistan

Il padiglione dell'Oman all'Expo
Il padiglione dell'Oman all'Expo

«Vogliamo parlare con il commissario unico di Expo Giuseppe Sala».

La richiesta arriva niente po' po' di meno che dal sultano dell'Oman, dalla zar di Russia, dal capo di Stato indonesiano e dal presidente-dittatore del Turkmenistan. Gente con cui non si scherza mica. Loro, che ad Expo si trovano ad essere ai confini del mondo, a un chilometro e mezzo dall'ingresso principale, si sentono presi in giro dagli organizzatori dell'esposizione. Mesi fa, quando è stato il momento di assegnare gli spazi ai padiglioni dei paesi, si sono sentiti dire che dall'ingresso Est sarebbe transitata una percentuale molto alta di turisti: «Nel 2012 ci avevano parlato del 60 per cento dei visitatori». Poi le cose sono cambiate e né zar né sultani sono stati aggiornati. A qualche settimana dall'avvio di Expo è stato comunicato che dall'ingresso Est sarebbe passato il 20-25 per cento dei turisti. Decisamente meno. E a guardare i numeri di questa prima settimana, nemmeno quell'aspettativa è stata rispettata. Laggiù è il deserto, soprattutto la mattina. E anche i ristoranti non stanno andando bene.

«Ci sentiamo presi in giro - protestano gli stati, uniti in una strana alleanza trasversale - ed ora vorremmo chiarimenti». Dal canto loro hanno già in tasca la soluzione e vorrebbero chiedere all'azienda di trasporti Atm di mettere a disposizione dei turisti una navetta low cost per l'ingresso Roserio che possa accedere al pari dei taxi e dei bus autorizzati. E poi pretendono che le scolaresche entrino da li. «Così - suggeriscono - decongestioniamo l'ingresso di Merlata». Gli Stati si aspettano almeno 3 milioni di visitatori entro la fine di ottobre ma, al momento, sono lontanissimi dall'obbiettivo e dalla media prevista per la prima settimana di Expo. Tuttavia hanno dei costi sulle spalle e devono rientrare nei budget. Per questo hanno deciso di non aspettare ma di mettere sul tavolo proposte e soluzioni.

Ma i guai non riguardano solo l'altro lato del mondo. Si consumano anche a casa nostra. La Sicilia ha minacciato di abbandonare l'esposizione e tornarsene a casa dopo il flop del cluster dedicato al Bio Mediterraneo, di cui è capofila. Ora sembra aver ritrattato ma i problemi del padiglione, sporco e mezzo allagato, vanno risolti. L'area è anche poco visibile e la gente che percorre il lungo corridoio di Expo non si ferma. Dopo la «piazzata», la Sicilia si calma ma chiede di essere messa nelle condizioni di promuovere le proprie attività.

In modo dignitoso.

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