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Sicilia, il piano di Berlusconi: ​"Centrodestra unito vince"

Il Cavaliere guarda alle Regionali: "Per l'Isola ho un sogno: che si componga un centrodestra coerente e inclusivo"

Sicilia, il piano di Berlusconi: ​"Centrodestra unito vince"

"Ad Alfano e Meloni faccio solo un appello, che mi pare essenziale. Pensiamo al bene della Sicilia e al futuro dei siciliani". Silvio Berlusconi, in un'intervista al Mattino fa il punto sulle prossime elezioni in Sicilia e sul centrodestra. Il Cav spiega "il teatrino della politica, le tattiche, le schermaglie vengono molto dopo", e sottolinea che la vittoria del centrodestra alle elezioni regionali dipende dall'unità.

"Io per la Sicilia ho un sogno - aggiunge Berlusconi -: che si componga un centrodestra coerente e inclusivo", in grado di dar vita "non a una serie di slogan vuoti come fanno i grillini, ma a un progetto che in cinque anni trasformi il volto di questa terra bellissima e difficile. Le nostre probabilita' di successo in Sicilia dipendono da questo".
Poi il leader di Forza Italia affronta anche il nodo del nome per il candidato: "Abbiamo la possibilità di scegliere fra più candidati di altissimo livello. Sceglieremo alla fine chi ha più possibilità non solo di vincere ma di ben governare". Berlusconi però guarda anche alle politiche e così lancia la sfida a Renzi sulla legge elettorale: "Ripartiamo dall'accordo di maggio. Sarebbe gravissimo ignorare l'invito del presidente Mattarella a cambiare insieme le regole delle elezioni". Poi dà la sua ricetta per il rilancio del Sud: "Oggi fare impresa lì è un atto quasi eroico, per lo svantaggio competitivo che un imprenditore deve affrontare rispetto ai suoi colleghi e ai suoi concorrenti del resto dell'Italia e degli altri paesi europei. È la prima situazione da cambiare". Poi punta il dito contro il governo denunciando "la scomparsa della questione meridionale dall'agenda politica della sinistra al governo". Infine una stoccata ai grillini: "Penso che il M5s, fatto di puri professionisti della politica, cioè di gente che non ha mai lavorato, che vive di politica, non sia in grado di fare proposte realistiche, basate su un vero studio di fattibilità.

Non conoscono la realtà, il mercato, l'impresa".

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