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"Sicurezza affidata a noi sindaci? Senza fondi è una pagliacciata"

Il sindaco di Padova critico: «Ci danno nuove funzioni ma non risorse. Io indagato per aver controllato gli immigrati»

"Sicurezza affidata a noi sindaci? Senza fondi è una pagliacciata"

Il governo ci ha messo una toppa. Per troppo tempo il degrado e la microcriminalità hanno reso molte città italiane invivibili e minacciato la sicurezza personale dei cittadini. Ora, grazie al decreto legge (dalla vita non facile), voluto dal ministro dell'Interno Marco Minniti, i sindaci avranno più poteri sul territorio: potranno emettere ordinanze stile Daspo, cioè l'allontanamento dalla città di chi danneggia il decoro urbano o a chi impedisce il libero accesso a strutture pubbliche, di interesse storico o artistico, a chi ostenta la prostituzione o abusa di alcol e droghe. Chi si batte da 15 anni, attirandosi montagne di critiche, per dare più potere ai sindaci è il primo cittadino leghista di Padova, Massimo Bitonci.

In molte città italiane in questi ultimi anni si susseguono gli episodi di violenza, come è accaduto ieri alla ragazzina molestata e picchiata a Milano da due nordafricani, e continuano le situazioni di degrado. I sindaci della Lega da tempo chiedono più poteri nel campo della sicurezza. Si ritiene soddisfatto ora con il nuovo decreto?

«Mi sembra una grande pagliacciata. Se ne discuteva già l'anno scorso quando al governo c'era Renzi. È una specie di copia del decreto Maroni del 2008, che è stato cassato dalla Consulta, secondo la quale i sindaci non possono emettere ordinanze a tempo indeterminato. Prima avevamo competenze solo in campo sanitario e sull'inquinamento, con Maroni anche sulla sicurezza, anche se poi non è stato possibile. L'episodio di Milano è da Terzo Mondo: questi fatti non possono accadere su un mezzo pubblico. È incredibile. Bisognerebbe mettere le telecamere su tutti i treni, gli autobus e le metropolitane».

Lei ha fatto della sicurezza la sua bandiera e si è sempre attirato critiche e attacchi per questo, come il soprannome di sindaco sceriffo. Ora anche la sinistra si è accorta che c'è un deficit di sicurezza. La norma in cantiere servirà o è solo una toppa messa troppo tardi?

«Siamo in periodo pre elettorale e hanno usato i timori dei cittadini, che sul tema sicurezza sono molto sensibili. Non dico che il governo non stia cercando delle soluzioni, il problema c'è ed è grave, ma sono totalmente incoerenti: con una mano mettono una toppa, con l'altra permettono l'ingresso indiscriminato agli stranieri, senza sapere neppure chi siano. Dicono di noi che siamo estremisti, invece siamo normali e le persone normali la pensano come noi. Sono loro estremisti, il loro permissivismo è estremista».

Il presidente dell'Anci è contento, dice che non saremo al livello «del sindaco di New York, ma abbiamo almeno poteri concreti».

«Un'altra pagliacciata. Certo che non siamo come il sindaco di New York, lui è il capo della polizia, noi della polizia urbana. E non abbiamo né avremo maggiori poteri. Io sono stato indagato perché avevo istituito una commissione che verificasse i requisiti di chi chiedeva l'iscrizione all'anagrafe. L'accusa? Usurpazione di funzione pubblica. Sono stato prosciolto dopo che anche altri 200-300 sindaci hanno fatto la stessa cosa. Ai sindaci hanno tagliato i trasferimenti finanziari, ma allo stesso tempo hanno dato nuove deleghe. E ora vogliono affidarci pure l'ordine pubblico senza un euro in cassa? Ai sindaci si possono dare più poteri solo se conferiscono loro più risorse e più funzioni. Come ad esempio assimilare la polizia locale alle altre forze dell'ordine, con funzioni di pubblica sicurezza. E poi c'è il problema dell'armamento: i nostri vigili non possono avere mitragliette o armi lunghe. Comunque, c'è già chi ha il potere di emettere un Daspo, quindi lo faccia il questore quando è necessario».

Il problema delle norme è sempre la loro applicabilità. Chi e come si controllerà che il Daspo sia rispettato?

«Nessuno, figurarsi. Non siamo neppure in grado di controllare chi entra illegalmente nel nostro Paese. E poi oggi le forze dell'ordine sono demotivate: quando arrestano un malvivente, il giorno dopo, se non subito, lo vedono di nuovo in libertà. Come faranno a gestire i Daspo se non riescono neanche a fermare gli immigrati illegali?».

Lei è stato attaccato dai media sul cosiddetto coprifuoco alla stazione di Padova. Oggi con queste nuove norme quali iniziative prenderebbe contro il degrado e la criminalità?

«Ho già fatto ordinanze su orari di chiusura dei locali e della stazione, e anche contro l'accattonaggio molesto. Ma allontanare persone dalla città non lo credo possibile.

Potrei emettere un Daspo, ma poi chi controlla se in città ci sono già una montagna di clandestini? Questi, di fatto, hanno già il Daspo ma nessuno lo fa rispettare».

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