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Sicurezza, no di Berlusconi E l'Anm si schiera con lui

Il Cav: insufficienti le modifiche alla legittima difesa Le toghe: così si aumenta la nostra discrezionalità

Sicurezza, no di Berlusconi E l'Anm si schiera con lui

La legge approvata alla Camera sulla legittima difesa «è emblematica» dell'inadeguatezza del centrosinistra su temi come quello della sicurezza. «Proprio su questi argomenti il governo del Pd dimostra tutti i suoi limiti».

Silvio Berlusconi torna a intervenire sul tema della legittima difesa. Lo fa con una lettera inviata a un sindacato di polizia, nella quale sottolinea che la legge approvata alla Camera. Ma già negli ultimi giorni il presidente di Forza Italia, parlando con alcuni parlamentari, aveva sottolineato quanto il governo avesse affrontato male la questione della sicurezza, dimostrandosi lontano dal sentimento e dalle esigenze reali della popolazione. In sostanza Berlusconi è convinto che il Pd, renziani in testa, abbia tentato in maniera maldestra di stravolgere l'impianto della propria proposta, improvvisando un testo per fini elettorali e questa operazione gli si sia ritorta contro. Il risultato è stato un boomerang in termini di credibilità, ma anche una scintilla che ha determinato un consolidamento di fatto del centrodestra e ha dimostrato l'unità di intenti della coalizione.

«Noi siamo sempre dalla parte delle persone per bene, che sono la stragrande maggioranza degli italiani di ogni regione, siamo dalla parte delle Forze dell'Ordine, che svolgono un lavoro prezioso con grande coraggio e abnegazione» scrive Berlusconi, in un messaggio inviato al Sindacato di Polizia Les in Calabria. «Dispiace dirlo - prosegue Berlusconi - ma proprio su questi argomenti il governo del Pd dimostra tutti i suoi limiti. La soluzione adottata dalla Camera nei giorni scorsi sulla legittima difesa è emblematica: pur facendo registrare qualche passo avanti grazie all'impegno di Forza Italia, che ha fatto approvare alcuni emendamenti migliorativi, non risponde alle paure e alle attese degli italiani, non tutela chi, essendo vittima, è stato costretto a difendersi, come ha potuto e come ha saputo. D'altronde quando un aggressore entra in casa lo stato ha già fallito. Non vogliamo certo il far west della giustizia fai da te, ma vogliamo un controllo del territorio efficiente in grado di conoscere i fenomeni criminali e di impedirli prima che vengano messi in atto. Questo governo non ha la forza né la capacità di intraprendere azioni chiare e risolutive. L'azione politica della sinistra ha semmai favorito l'ingente arrivo di immigrati che sono andati ad alimentare quel sentimento di insicurezza che ormai pervade il Paese». Il presidente di Forza Italia mette anche il dito nella piaga dei mancati investimenti. «Gli ultimi governi non sono riusciti nemmeno ad assicurare il turn over. Non è mai successo nella storia delle forze di polizia. Oggi più che mai le forze dell'ordine hanno bisogno di noi». E proprio sulla legittima difesa arriva l'intervento del presidente dell'Anm, Eugenio Albamonte, che giudica la legge figlia della sfiducia verso i magistrati. «Questa iniziativa legislativa nasce da una sfiducia per il modo in cui i giudici applicano le norme esistenti. In realtà non è così, i casi più eclatanti si sono conclusi quasi sempre con l'assoluzione. L'intenzione è quella di ridurre gli spazi di discrezionalità dei giudici, ma invece sono stati introdotti elementi, come quello sul grave turbamento psichico, che ampliano questo spazio». Quanto alle perplessità sull'introduzione di un limite temporale, quello notturno, Albamonte prende tempo: «Io sono abituato a commentare le norme scritte.

Vedremo se il punto sarà modificato».

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