Politica

Smacco a Renzi, chiuso un pezzo di A3

I pm di Vibo sequestrano una galleria della Salerno-Reggio Calabria: «Si rischia la vita». Il premier aveva promesso: finita il 22 dicembre

Felice Manti

Non tutte le ciambelle riescono col buco. E neanche le gallerie. Quella che ha spezzato il sogno di Matteo Renzi non è quella del Gottardo, che il premier ha incautamente collocato in Italia anziché in Svizzera, ma quella «Fremisi-San Rocco», snodo cruciale dell'autostrada che ridere il mondo fa, la Salerno-Reggio Calabria.

Non più tardi di un mese fa, il premier era sceso in Calabria per mettere la faccia sulla rottura del diaframma della galleria di Mormanno, nel Cosentino, dove aveva sparato un altro dei suoi roboanti annunci: «La A3 sarà pronta il 22 dicembre».

Ma anche no. La Procura di Vibo Valentia ha chiuso la galleria Fremisi-San Rocco perché è talmente pericolosa da aver causato almeno due incidenti «gemelli» in cui sono morte 5 persone. Quattro erano giovanissimi, tra i 22 e i 24 anni, tutti della vicina Gioia Tauro. Per i pm ci sono «gravi difetti strutturali» per la conformazione dell'asfalto e manca un'illuminazione adeguata (troppi furti di cavi elettrici, ma Anas è responsabile) e soprattutto barriere di protezione inesistenti, che hanno fatto sì che nei due incidenti dalle dinamiche identiche le auto si schiantassero contro una colonna di cemento armato, resa praticamente invisibile dalla scarsa illuminazione.

Sono 13 le persone indagate: sei dirigenti dell'Anas tra cui il direttore del Centro manutenzione del tratto autostradale, il responsabile unico del procedimento di ammodernamento, un dirigente e i tre collaudatori. Nei guai è finito anche il legale rappresentante pro tempore della Società Italiana per Condotte D'acqua Spa (finita qualche anno fa nel mirino della Dia di Reggio Calabria per alcuni collegamenti con la criminalità organizzata calabrese mai pienamente dimostrati), i progettisti del tunnel e l'autista del camion che investì l'auto sulla quale viaggiavano i quattro giovanissimi gioiesi.

Non è la prima volta che i lavori della A3 si interrompono per incidenti stradali. Il tratto inaugurato dal premier era stato chiuso cinque mesi dopo la morte di Adrian Miholca, l'operaio romeno di 25 anni precipitato dal viadotto Italia assieme alla ruspa sulla quale lavorava il 2 marzo 2015: un volo di 80 metri. O quella di Said Haireche, operaio marocchino 44enne schiacciato pochi mesi dopo da una trave metallica a poca distanza dal cantiere. La galleria inaugurata in pompa magna dal premier diventò per qualche ora un ristorante con tanto di tavolini e poltrone per un buffet da 120mila euro mentre a poca distanza gli ex dipendenti della Provincia di Vibo Valentia che volevano protestare con il governo per la chiusura dell'ente venivano fermati dalla polizia. Per la serie «vietato disturbare il manovratore».

La chiusura del tratto di autostrada per la messa in sicurezza - chissà per quanto tempo, mentre la stagione estiva è alle porte - è stata decisa per evitare «ulteriori vittime della strada», scrive il pm della Procura di Vibo Valentia Benedetta Callea nel decreto di sequestro dell'opera eseguito stamani dalla polizia stradale e dai carabinieri del nucleo di pg della Procura. Le indagini dovranno stabilire se gli eventuali errori di progettazione possono riguardare altri tratti dell'autostrada. Solo 355 km degli oltre 450 sono pronti. Difficile, se non impossibile, che tutto si concluda il 22 dicembre come disse il premier tra le risate dei giornalisti. Mancano 247 giorni per finire i 30 chilometri tra gli svincoli di Laino Borgo e Campotenese e il raccordo autostradale tra Campo Calabro e Reggio Calabria-Santa Caterina e completare la manutenzione dei 58 km nei tratti Morano-Firmo, Cosenza-Altilia e Pizzo-Sant'Onofrio.

Pm permettendo, ovviamente.

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