Politica

Smascherato il sindaco che abolisce la cattiveria È un hater che copriva di insulti Salvini sui social

Il primo cittadino Pd ordina la bontà ma offende il leader della Lega: «Pagliaccio e co...»

Alberto Giannoni

Tutti i cittadini devono essere buoni, ma alcuni possono essere un po' meno buoni degli altri, per esempio il sindaco. Così si scopre che Andrea Costa, segretario provinciale del Pd e primo cittadino di Luzzara, quello che ha appena firmato un'ordinanza contro la cattiveria, fino a pochi giorni fa si scatenava sui social contro il ministro dell'Interno e gli altri esponenti del governo.

Sembra proprio un'eterna storia di doppiopesismo della sinistra, quella che arriva dall'Emilia rossa che fu. Il sindaco, il 5 gennaio, ha emesso un'ordinanza, con tanto di carta intestata, per imporre la bontà, o meglio per sanzionare ogni pubblica manifestazione di rabbia, cattiveria e rancore mediante la lettura coatta di opere letteraria, cinematografiche o artistiche. L'ordinanza è stata motivata con il clima imperante di odio, che per Costa rischia di «mettere in pregiudizio l'incolumità delle singole persone e la tenuta della comunità stessa». L'iniziativa del dirigente democratico, immancabilmente considerata una «provocazione», è stata salutata come un colpo di genio. Tanto che Costa, amministratore buono, è stato subito contrapposto a quello cattivo, il vicesindaco di Trieste che sciaguratamente ha gettato via le coperte di un clochard. Costa idolo della sinistra buonista però non è durato molto. Ieri infatti sono stati scoperti i tweet - di fine dicembre - in cui lo stesso sindaco insultava Matteo Salvini e altri membri del governo. Certo, che l'esecutivo possa non piacere è comprensibile, ma dal sindaco di Luzzara tutti si sarebbero aspettati un po' di gentilezza, se non di bontà. Appresa la cosa, Salvini ci è andato a nozze: «Secondo voi questi cos'hanno nel cervello?» ha chiesto il ministro ai suoi amici su Facebok. E a Costa non resta che ammetterlo: stava «capitando» anche lui di diventare cattivo.

E perciò si è autopunito.

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