Politica

Società, debiti, ricavi. Sui conti dell'azienda è ancora buio fitto

Da spiegare il possibile legame tra quote cedute ai figli e i 170mila euro a Equitalia

Il magazzino dell'azienda di famiglia dei Di Maio
Il magazzino dell'azienda di famiglia dei Di Maio

I due terreni della famiglia Di Maio a Mariglianella sono ipotecati da Equitalia per un debito e una multa da complessivi 176mila euro. Almeno così ha riferito il sindaco del piccolo comune in provincia di Napoli. Equitalia ha ipotecato i terreni e non ha invece avviato azioni di recupero del credito: non poteva farlo nei confronti di Antonio Di Maio, papà del vicepremier, che ha dichiarato al fisco solo 88 euro. Ma avrebbe potuto battere cassa alla Ardima, la srl edile di famiglia che ha sede sempre a Mariglianella ed era gestita da papà Di Maio.

Di Maio senior ha assicurato ieri al Mattino: «Tra qualche giorno avrete tutta la documentazione». Di certo utile per rispondere a una serie di domande che sorgono sulla base dei dati conosciuti finora. Ovvero che nel 1972, il padre del vice premier è tra i fondatori di una sezione missina a Pomigliano, insieme con un gruppo di amici di cui fa parte Guglielmo Giuntoli, ingegnere e funzionario della Regione. Proprio in quota Msi, Antonio Di Maio ha fatto parte da tecnico esterno della commissione edilizia e della commissione condono del comune di Pomigliano. L'attività in proprio dei genitori di Luigi Di Maio è stata avviata a fine maggio del 2006 con il nome di Ardima Costruzioni e sede a Marignanella gestita dal padre ma intestata alla madre del ministro, Paolina Esposito. Il giorno prima del Capodanno 2013, l'azienda (finita ora nel mirino per presunte irregolarità) viene donata ai figli Rosalba e Luigi (da nove mesi è diventato deputato Cinquestelle). A giugno 2014 la «vecchia» ditta viene fusa con la seconda Ardima costituita dai due fratelli nel 2012, con sede a Pomigliano, e partecipata al 50% da Luigi e al 50% dalla sorella. Quest'ultima è anche amministratore unico fino al marzo 2017 quando «per sopraggiunti motivi di carattere personale» cede le redini all'altro fratello Giuseppe (classe 1994).

Nell'assemblea riunita a luglio 2017 per approvare il bilancio 2016 Luigi Di Maio si è fatto rappresentare dal padre Antonio. L'utile della Ardima Srl è stato di 10.561 euro, in calo rispetto ai 12.019 del 2015. Il modello Persone fisiche 2018 (redditi 2017) di Antonio Di Maio segnala un imponibile di 88 euro. La moglie dichiara invece intorno ai 52.403 euro; la sorella di Di Maio sta sui settemila. Mentre il fratello Giuseppe non ha percepito redditi nel 2007.

E ora le domande.

Papà Di Maio si è liberato di tutti i suoi beni perché non venissero aggrediti da Equitalia? Come mai, nell'impresa edile di famiglia, Antonio Di Maio, che la gestisce non possiede nemmeno una quota? Perché costituire una start up edile nel 2012 (per altro con lo stesso nome) se già era attiva un'azienda di famiglia? Da cosa sono nate le ipoteche dell'Equitalia sui terreni di Mariglianella, per un credito che supera i 170mila euro? Perché nell'ultimo bilancio depositato, per il 2016, Ardima fattura 150mila euro pagando salari per 76.600 euro mentre nel 2014 fatturava 190mila euro e pagava stipendi per 33mila euro? Perché il bilancio 2017 non risulta ancora disponibile sulla banca dati di Infocamere?

Commenti