Politica

La soglia di Matteo e il sapere guardare avanti

La "soglia Renzi" sarà infatti lo strumento che proteggerà il premier dalle pugnalate dei piccoli partitini

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ospite di Porta a Porta
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ospite di Porta a Porta

Il soglio era il trono di re e papi e aveva la caratteristica di schienale e fianchi alti per proteggere il regnante da agguati all'arma bianca da parte di cortigiani infedeli e traditori vari. Vista l'aria che tira, sua maestà Renzi se ne sta costruendo uno di soglio, anche se al femminile. La «soglia Renzi» sarà infatti lo strumento che proteggerà il premier dalle pugnalate dei piccoli partitini, a cominciare da quello di Alfano, oggi decisivi al Senato per la vita del governo. Nell'incontro di ieri con Berlusconi, Renzi ha infatti confermato di voler abbassare la soglia elettorale necessaria a un partito per entrare in Parlamento al tre per cento. Ciò rende più probabile che Quagliariello e Cicchitto si facciano un altro giro da onorevoli, ma non è che la cosa ci consoli. Quel «tre per cento» non solo contraddice gli accordi con Forza Italia siglati al Nazareno (e la legge già approvata alla Camera che prevedeva il 4,5 in coalizione, l'8 se da soli), è soprattutto una clamorosa frenata del sogno di rendere moderna ed efficiente la nostra democrazia. Significa insomma che Renzi sta barattando la salvezza del suo governo con la governabilità futura: anche nelle prossime legislature il Parlamento rimarrà quel Vietnam che è, e la politica continuerà a essere basata sui ricatti e i veti di partiti che rappresentano poco più dei famigliari dei dirigenti.

Comprensibile quindi l'amarezza di Berlusconi, che su riforme costituzionali vere aveva puntato molto. Logica vuole che se questa ipotesi di legge elettorale sarà quella definitiva, non avrà i voti di Forza Italia. Renzi dovrà quindi cercarli all'interno della sua maggioranza e chiedere l'aiuto di piccoli partiti della sinistra come il Sel di Vendola. Considerata la brutta aria - direi aria di fronda - che si respira nel Pd, auguri.

Nonostante tutto questo, il patto tra Berlusconi e Renzi sembra tenere. Anzi, secondo alcuni esce addirittura rafforzato dall'incontro di ieri. Entrambi hanno coscienza che la strada è ancora molto lunga e ricca di ostacoli, a partire dall'imminente (si parla di febbraio) elezione del nuovo presidente della Repubblica. Renzi non può permettersi di rischiare un altro caso Prodi, il candidato del Pd silurato dai franchi tiratori del Pd all'ultimo giro. E Berlusconi spera di vedere finalmente al Quirinale un arbitro imparziale e saggio dopo anni di ostilità pregiudiziale da parte di Napolitano. Chi sperava - dentro Forza Italia e nel Pd - che sulla legge elettorale saltasse il patto del Nazareno è rimasto deluso.

Per fortuna, diciamo noi, perché la posta in palio è molto più importante del soglio, anzi soglia, di Renzi.

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