Politica

La solita strategia di Matteo: un fiume di annunci

Dalle tasse al lavoro fino alle riforme. Promesse non mantenute

La solita strategia di Matteo: un fiume di annunci

Roma - Equitalia cancellata e tasse giù per la classe media. L'annuncio del premier Matteo Renzi martedì scorso ha rivoluzionato l'agenda della politica e dei media. Eclissata la notizia del giorno - cioè la fine del boom dei contratti a tempo indeterminato e quindi l'esaurimento in anticipo dell'effetto decontribuzione e del Jobs Act - telegiornali e siti internet si sono dedicati alla nuova rivoluzione fiscale, futuribile e dai confini incerti.

Dettagli. Il colpo di teatro che neutralizza le cattive notizie è un buon metodo ed è ormai un classico di Renzi (a proposito, consiglio non richiesto: inutile assumere il guru della comunicazione di Obama, Jim Messina, quando le tecniche di Palazzo Chigi sono decisamente più raffinate ed efficaci).

I due anni e tre mesi di governo Renzi sono puntellati di annunci ai quali spesso non hanno fatto seguito risultati concreti. La riforma costituzionale sulla quale gli italiani voteranno in ottobre è frutto di un compromesso, tanto che il risultato non è quello sperato. «Se l'avessi fatta io l'avrei scritta diversamente», ha spiegato più volte il premier.

Stessa giustificazione, c'è da scommetterlo, arriverà quando si tratterà di scoprire le carte sulle pensioni e sulle altre promesse che il premier ha lanciato in vista delle fine della legislatura. Le prossime leggi di Stabilità si portano dietro un carico di clausole di salvaguardia da disinnescare che valgono 15 miliardi per il prossimo anno e quasi 20 dal 2018 in poi.

Le promesse di Renzi, aggiungeranno una cifra da coprire che oscilla tra i 10 e i 15 miliardi di euro. Welfare, rimodulazione delle aliquote Irpef, misure per redditi bassi e pensionati, bonus bebè da raddoppiare. Senza contare l'abolizione del bollo auto, che aggiungerebbe al conto altre decine di milioni di euro, a meno che non sia coperto con l'ennesimo rincaro della benzina.

La lista di chi aspetta soluzioni è lunga. Spesso sono micromisure, ma molto sentite. Ad esempio le aspiranti pensionate che sono state escluse da Opzione donna (la possibilità di anticipare il ritiro dal lavoro con un ricalcolo dell'assegno). I pensionati che avrebbero voluto gli 80 euro come i lavoratori dipendenti, i redditi bassi esclusi dal bonus. A tutti era stato promesso un intervento.

Tra le promesse arrivate molto depotenziate, la riduzione dell'Irap, rinviata di anno in anno, concessa con il contagocce. Un sollievo per le imprese non arriverà nemmeno nel 2017. Che dire della decimazione del corpo politico annunciata agli esordi? Dimenticate le auto blu del governo vendute su internet, nei cortili dei ministeri sono ricomparse autovetture nuove fiammanti. La spending review, abbandonata quasi subito, se non in tagli da 24 miliardi, ma quasi tutti concentrati sugli investimenti.

Esattamente il contrario di quello che serve.

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