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Il solito decreto fisco: tassano sigarette e giochi

Aumenta il prelievo su tabacchi e slot machine Sanatoria tributaria, attesi 2,8 miliardi l'anno

Il solito decreto fisco:  tassano sigarette e giochi

Una manovra che più brutta non si può. Le spese sono certe, le entrate un po' (meno non solo per via delle coperture estemporanee tra sanatorie e aste per i servizi di telefonia) e tra quelle sicure vi sono i soliti aumenti delle imposte sulle sigarette e sulle videolotterie.

In particolare, la bozza della manovra prevede l'incremento dal primo gennaio prossimo delle imposte di produzione e di consumo di sigarette, sigari e tabacco trinciato (quello per le sigarette fai-da-te). Le misure del prelievo erariale unico (il cosiddetto Preu) sugli apparecchi del gioco d'azzardo «sono incrementate dello 0,50 a decorrere dal primo gennaio 2019». Confermate le altre previsioni come l'aumento dell'acconto d'imposta sui premi delle assicurazioni che passerà dall'anno prossimo dal 50 all'85%, al 90% nel l'anno 2020 e al 100% negli anni successivi. Trova ugualmente conferma la penalizzazione di banche ed enti finanziari con il nuovo regime della deducibilità delle perdite su crediti. Eliminato anche l'Aiuto alla crescita economica (Ace) che consentiva di «scaricare» dalle tasse gli aumenti di capitale.

Tra le coperture incerte, invece, si ritrovano quelle relativa all'asta delle frequenze 5G e alla pace fiscale contenuta nel decreto collegato alla manovra. I maggiori introiti derivanti dalla gara per la procedura di assegnazione delle frequenze concorreranno «al conseguimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica». L'asta si era conclusa il 2 ottobre con il cospicuo incasso di 6,5 miliardi di euro che ora vengono «spalmati» anche all'anno prossimo per finanziare parzialmente la manovra.

Altre entrate, come detto proverranno dal decreto fiscale che ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato e ieri è stato firmato dal presidente della Repubblica. Le somme derivanti dalla sanatoria finanzieranno il fondo per la riduzione della pressione fiscale (fondo del Tesoro che viene usato un po' per tutte le spese fuorché per ridurre le tasse). In particolare, nelle disposizioni finanziarie si legge che il fondo è incrementato di circa 390 milioni per il 2019, 1.639 nel 2020, 2.471 nel 2021. In particolare da rottamazione delle cartelle e delle liti fiscali nonché dalla dichiarazione integrativa speciale sono attesi 2,8 miliardi di entrate in più ogni anno. Dai tagli ai ministeri arriveranno, poi, altri 589 milioni per coprire la manovra.

Tra le altre norme contenute nella manovra compare la cedolare secca al 21% sugli affitti commerciali ma limitatamente ai negozi («unità immobiliari destinate all'attività commerciale per la vendita o la rivendita di prodotti»). C'è una clausola che mette fuori gioco i furbetti che volessero approfittare dell'aliquota agevolata al 21 per cento: il regime non è applicale ai contratti stipulati nel 2019, qualora al 15 ottobre 2018 risulti già in essere un contratto non scaduto tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile. Nella bozza della legge di Bilancio figura anche lo stanziamento di 3 miliardi di euro in tre anni per il rinnovo del contratto degli statali e la proroga di due anni della decontribuzione al 100% per l'assunzione stabile degli under 35 e dei disoccupati da almeno sei mesi (tetto di 500 milioni l'anno). Solo 100 milioni per le politiche per la famiglia.

Prorogati anche gli iperammortamenti (con rimodulazione), i bonus casa e il canone Rai a 90 euro.

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