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Solo promesse ed errori: così il M5s ha dimenticato la sua battaglia anti-Muos

L'ira dei comitati e dei cittadini contro il sistema radar americano a Niscemi: "Il M5s ci ha tradito"

Solo promesse ed errori: così il M5s ha dimenticato la sua battaglia anti-Muos

La Sicilia è sempre stata preda di promesse elettorali. Non è una novità. Promesse che poi, quando il consenso si è trasformato in potere, sono state puntualmente disattese. Una parabola che non sta risparmiando nemmeno il Movimento 5 Stelle. Era il 31 gennaio 2013 quando Beppe Grillo, durante una manifestazione elettorale a Siracusa, urlava: "C'è una Regione che dice no, una provincia che dice di no, un sindaco che dice di no e il governo nazionale dice di sì per fare piacere agli americani. Abbiamo 98 basi di americani in Italia tra uffici di logistica e piattaforme. Abbiamo 90 testate nucleari. Ma in cosa dobbiamo trasformarci, in una portaerei americana? Noi gli americani li amiamo con tutto il cuore ma se vengono ad aprire dei campus universitari e non delle piattaforme di guerra dove decollano i loro droni". Insomma, all'epoca la contrarietà alla realizzazione del sistema di trasmissioni radar Muos che gli Stati Uniti stavano costruendo a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, era netta, tranchant, ferrea. Sono seguite proteste all'Assemblea regionale siciliana e cortei: tutto in nome della salute della cittadini. Un po' come fu per l'Ilva, per la Tap e per la Tav. Dal 2013 ad oggi l'iter del Muos è stato travagliato e alternato da revoche e autorizzazioni, da blocco dei lavori allo sblocco dei cantieri, da sentenze emesse prima e rigettate poi, da sequestri e dissequestri. Cambiare tutto per non cambiare nulla.

L'ultimo atto, in ordine temporale, è avvenuto il 5 agosto quando il Tribunale del Riesame di Catania ha disposto il dissequestro delle mega parabole e della stazione di trasmissione. Dopo ricorsi e appelli amministrativi i giudici hanno accolto la tesi dell'avvocatura dello Stato, in rappresentanza del ministero della Difesa, che aveva presentato ricorso alla decisione del 6 giugno scorso del Tribunale di Caltagirone di mantenere i sigilli. Il Riesame ha ritenuto di "non potere prescindere dalla valutazioni" del Consiglio della giustizia amministrativa (Cga) che il 6 maggio scorso ha accolto la richiesta del ministero della Difesa e dichiarato inammissibile l'appello incidentale proposto da Legambiente sui procedimenti amministrativi riguardanti la realizzazione del Muos. Nella terra del Gattopardo sembrava che il M5s potesse cambiare davvero qualcosa. Almeno per i cittadini siciliani che credevano in loro. Invece da quando il governo si è insediato a Palazzo Chigi la musica sembra essere cambiata. Il 21 agosto il Gruppo comunicazione Coordinamento regionale dei Comitati No Muos denunciava: "Siamo venuti a conoscenza di una nuova richiesta di autorizzazioni da parte della marina Usa tramite il ministero della Difesa italiano di realizzare lavori di manutenzione straordinaria dentro la base militare in contrada Ulmo a Niscemi. La richiesta, avanzata nel maggio scorso, è stata inoltrata agli uffici della Regione Siciliana e al Comune. Nonostante le richieste autorizzative siano partite dal precedente governo a guida Pd, a pochi giorni dalla scadenza del proprio mandato, attualmente il ministero della Difesa è retto da Elisabetta Trenta, in quota M5S. Ancora nessuna parola è stata spesa dal partito di Di Maio sul Muos, nonostante le promesse gridate in campagna elettorale di smantellamento immediato delle parabole e della base tutta".

Documento ministero della Difesa

Il 13 settembre il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, ha scritto al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, chiedendo la costituzione "di una commissione per la problematica Muos, dato che non abbiamo ancora avuto nessun tipo di riscontro, nemmeno da quelle forze politiche che in passato si sono dichiarate No Muos e che oggi sono al governo". Silenzio. Per sentire un acenno di risposta del M5s bisogna aspettare il 27 ottobre, quando Di Maio, guarda caso durante un comizio in Sicilia, taglia corto: "Nei prossimi giorni ci saranno novità". Tutto qui. La salute dei cittadini vale queste poche parole. Il primo novembre, l'unico esponente che crede allo smantellamento del Muos è il deputato siciliano dell'Ars, Giampiero Trizzino. Che dichiara: "Il M5S e il governo hanno già preso una posizione, quella che hanno sempre avuto, e Luigi Di Maio a breve la comunicherà". Di comunicazioni non ne sono arrivate. O meglio, sono arrivate alcune prove non proprio rassicuranti per i No Muos. Perché il 14 novembre, all'apertura dell'udienza davanti al Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) di Palermo, l'avvocatura dello Stato non si è presentata lasciando depositata la memoria precedente con cui ci si opponeva alle richieste avanzate dai Comitati. A complicare il caso pare che il ministero si sia visto rifiutare dalla Avvocatura la lettera di rinuncia alla difesa del Muos perché non fattibile tecnicamente.

Motivo? Le memorie scritte si possono presentare fino a 30 giorni prima dell'udienza. Un problema di incompetenza alla base di tutto? Forse sì o forse no. Perché se è vero come dice Trizzino che la lettera del ministro in cui si chiede di "recedere dalla posizione processuale precedentemente assunta c'è", è anche vero che non essendo agli atti, quello che conta e che rimane, sempre agli atti, è la posizione precedente di appoggio al Muos. Insomma, parlano i fatti e i documenti, non le parole pentastellate. E poi, Trizzino è diventato il portavoce del ministro o parla a titolo personale? Perché dalla Trenta e dal governo sul Muos regna il silenzio. Infine, oltre il danno la beffa.

Nel documento inviato all'Avvocatura, il ministero della Difesa ha sbagliato pure la provincia geolocalizzando Niscemi in provincia di Catania, invece di Caltanissetta.

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