Politica

Il sondaggio che spiazza il Pd. Maggioranza al centrodestra

L'asse Fi-Lega-Fdi farebbe bottino pieno nei collegi al Nord. E con solo il 2% in più sarebbe autosufficiente alla Camera

Il sondaggio che spiazza il Pd. Maggioranza al centrodestra

Quella che Silvio Berlusconi legge nell'ultimo sondaggio Ixè, per lui è solo una conferma: «Con un paio di punti in più il centrodestra potrebbe raggiungere la maggioranza assoluta». Il leader di Forza Italia si è posto come obiettivo il 30 per cento ed è convinto di poterci arrivare.

«Ve la ricordate - chiede uno dei suoi più stretti collaboratori - la grande rimonta del 2013? Quando il Pdl sembrava morto, dopo il crollo del dicembre 2011 e lui in 3 mesi guadagnò 10 punti, mettendo all'angolo il Pd di Bersani e contenendo lo tsunami Grillo? Ora abbiamo davanti 6 mesi e Berlusconi può fare un altro miracolo».

Nel suo breve ritiro a Merano (oggi sarà ad Arcore) il Cavaliere riflette sugli effetti del Rosatellum che, secondo una simulazione fatta in Senato assegnerebbe al Pd zero collegi uninominali sugli 85 del Nord, penalizzando anche il «padre» Ettore Rosato, che perderebbe il seggio in Friuli. Tutti collegi che andrebbero a Berlusconi, Salvini e Meloni. C'è spazio, molto spazio per il centrodestra, se oggi la coalizione, con i partiti «minori» che ha saputo attrarre, viene data al 33,8% dall'Istituto EMG, al 35,8 da Index Research. E se il presidente dell'Istituto Ixè Roberto Weber, spiega: «Se distinguiamo gli schieramenti in tre - Pd, Fi+Lega e M5S - secondo i nostri sondaggi succede questo: finché consideriamo la parte proporzionale la situazione è più o meno equilibrata; quando però aggiungiamo la componente maggioritaria il centro destra dilagherebbe al Nord fino ad arrivare a un totale di 270. Fino a sfiorare la maggioranza assoluta. Questo vorrebbe dire che Berlusconi potrebbe anche andare da solo».

Nell'ultima settimana Fi avrebbe guadagnato mezzo punto e si spera molto nell'effetto-Berlusconi. Ma il Cavaliere continua a volere un centrodestra unito e la sua strategia di allargare la coalizione Fi-Lega-Fdi a piccole formazioni, dal centro liberale di Costa agli animalisti della Brambilla, nel quadro del Rosatellum risulta vincente. Può davvero far raggiunge il 40 per cento di cui Berlusconi ha spesso parlato, a fronte di una sinistra litigiosa con un Pd che fatica a trovare alleati e un M5S che si conferma primo partito ma le alleanze continua a rifiutarle.

La grande rimonta del Cavaliere potrebbe iniziare con la vittoria in Sicilia del candidato unitario Nello Musumeci. Il leader azzurro è molto ottimista e si prepara all'ultimo sprint elettorale per portargli i voti degli indecisi: «Rientra nella strategia, essere sempre in forma, per questo è tornato nel centro Chenot», spiegano i suoi. Probabilmente andrà a chiudere la campagna il primo gennaio a Palermo, dove ha evitato di scendere domenica perché c'era già Matteo Salvini. «Sarebbe stato un dispendio di forze», spiegano, meglio un videomessaggio. Il piano delle uscite tv di Berlusconi si sta definendo in queste ore e sarà martellante: una serie di interviste registrate ad Arcore con tv siciliane, martedì quella con Maurizio Costanzo su Canale 5 da Roma, altre ancora da definire prima del volo sull'isola per gli ultimi appelli, i più importanti.

I sondaggi sono vietati, ma i sentiment segreti inducono all'ottimismo: Musumeci e il centrodestra sarebbero a quota 40%, mentre i 5 Stelle temono che Giancarlo Cancelleri si fermi sotto il 30%. Pessimismo nel Pd per Fabrizio Micari, che con l'appoggio di Ap toccherebbe poco più del 15%, ma potrebbe essere superato dal candidato della sinistra, Claudio Fava, oggi sopra il 10%. Nulla di scontato, però, e il Cav potrebbe fare la differenza, visto che alle ultime politiche il partito di Grillo è arrivato primo e si sa che l'onda di protesta è forte dopo la gestione Crocetta. Certo, la vittoria è probabile e c'è chi già pensa al dopo, a primavera.

Ricorda il 2001, quando in Sicilia con il 56% dei voti l'allora Casa delle Libertà conquistò il 100% dei collegi.

Commenti