Sondaggio, Ncd e Udc ridotti al lumicino: 3,3%
5 Febbraio 2015 - 10:34In forte calo l'immagine di Alfano, specie dopo la brutta figura fatta per l'elezione del Capo dello Stato
Diciamo la verità, Angelino Alfano non ha fatto una gran bella figura con l'elezione del Presidente della Repubblica. Scavalcato da Renzi, non ha potuto dire di no a Mattarella, anche se avrebbe voluto, non tanto per la figura quanto per il metodo scelto (l'imposizione). Eppure, nonostante il mal di pancia (più che comprensibile), ha dovuto abbassare la testa e fare finta di nulla. La conseguenza diretta è l'uscita di scena (avvenuta o imminente) di alcune personalità, chi con le dimissioni da capogruppo (Sacconi), chi con l'uscita dal partito (Saltamartini). Ma i problemi non sono finiti. Come sottolinea ItaliaOggi, la momentanea paralisi della fusione tra Ncd e Udc, "rivelatasi molto meno felice delle attese". E i sondaggi, ovviamente, registrano la crisi: secondo una ricerca commissionata da La7 Ncd e Udc sono al 3,3%, al di sotto di Fratelli d'Italia (3,4%). Il soggetto politico che si proponeva di raccogliere sotto lo stesso tetto tutti i centristi, si sta rivelando un fallimento bello e buono.
I problemi non sono solo numerici (sondaggi). Pur essendo spesso contrari a certe posizioni del governo, Ncd e Udc non possono fare a meno del loro appoggio a Palazzo Chigi. E ogni volta devono fare i salti mortali per presentare le iniziative del governo come frutto della loro mediazione-iniziativa, in salsa moderata. Non esiste, insomma, una identificazione certa tra partito-movimento ed esecutivo, come avviene invece per il Pd (salvo alcune rare eccezioni). In questo difficile gioco da equilibristi, i centristi finiscono col portare acqua al mulino di Renzi anziché al proprio. Poi c'è un altro problema, forse ancor più evidente: gli alfaniani ogni volta devono ricordare a tutti che sono al governo per una situazione di emergenza e non perché ci credono veramente o sono in perfetta sintonia con l'esecutivo. Insomma, fanno parte del governo ma al contempo sono all'opposizione (guardando al futuro). Una schizofrenia politica difficile da comprendere e digerire per l'elettorato. L'unica speranza, per i centristi, sarebbe la spaccatura del Pd e di Forza Italia, i due partiti più grandi - a destra e a sinistra - per cercare di intercettare i loro voti. Ma per il momento è solo fantapolitica.
Altro particolare non di poco conto: pare che a convincere Alfano a dare il sostegno a Mattarella sia stato il senatore Antonio Gentile, coordinatore Ncd in Calabria, che a Palazzo Madama "controlla" una decina di parlamentari pronti a saltare il fosso in caso di spaccatura con il Pd.
Insomma, Alfano ha dovuto mediare tra chi voleva rompere subito (Lupi e De Girolamo), in nome di una ricostruzione del centrodestra, e chi invece sta bello comodo nell'attuale alleanza con la sinistra. Questione di scelta politica o, forse, solo di opportunità?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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