Cronache

"Sono finito (travisato) nelle tracce della maturità. Così i temi saranno stati un'esplosione di retorica"

Tra le tracce (con Eco e il voto alle donne), anche un testo del critico sul valore del paesaggio

"Sono finito (travisato) nelle tracce della maturità. Così i temi saranno stati un'esplosione di retorica"

Per uno con la personalità (e l'ego) di Vittorio Sgarbi finire tra le tracce dell'esame di maturità è sicuramente un motivo di orgoglio. «Come Carducci, Pascoli, Alfieri...», gongola. Tra le tracce di quest'anno l'analisi di un testo di Umberto Eco, il tema del voto alle donne, un approfondimento sul pil e l'economia, l'uomo nello spazio e, appunto, il valore del paesaggio in Italia, ispirato da un discorso di Sgarbi. Che, in quanto Sgarbi, mete i puntini sulle «i» sulla scelta del ministero.

Che hanno combinato?

«Quell'intervento lo abbiamo inserito nel libro La costituzione e la bellezza che ho scritto con Michele Ainis. Risale al maggio 2010 quando invitai il presidente Napolitano a Salemi e non a Palermo come scritto. Quel giorno attaccai lo Stato che favorisce lo scempio delle pale eoliche. Denunciavo la vera mafia, che distrugge il paesaggio e fa business sulle pale e la retorica dell'antimafia di facciata. Volevo denunciare questo schifo di fronte al presidente della Repubblica».

E invece?

«Hanno utilizzato questo estratto per parlare di valore del paesaggio ma decontestualizzando il messaggio. Altro che tutela! La denuncia è caduta nel vuoto e si continua a vivere una finta antimafia che a Salemi da sindaco ho visto bene. Hanno sciolto il Comune per mafia senza indagati solo per cacciare me».

Quindi nessuno studente può aver capito.

«Impossibile, sarà stata un'esplosione di retorica e di messaggi positivi».

Ma non sarebbe curioso di leggere qualche tema?

«Curioso si, ma temo che i ragazzi abbiano fatto considerazioni generiche e un po' banali. Ma è normale. Finché qualcuno non dirà che dobbiamo difendere davvero il nostro patrimonio naturale e che le pale eoliche se le devono mettere nel c. sarà un trionfo di banalità e retorica».

Quindi non è colpa degli «studenti capre»...

«Quell'espressione è diventata una parola d'ordine per i ragazzi che mi amano per il mio linguaggio diretto. Magari si saranno divertiti a vedere il mio nome. Ma capre non sono loro, la è chi ha un atteggiamento passivo e non decodifica la realtà per gli studenti».

Ma le tracce proposte le sono piaciute?

«Si tratta sempre di temi di maturità fondati sul politicamente corretto. Sarebbe più bello mettessero autori come Baudelaire, per far vedere la parte scura e criminale del genio. Io sono entrato nel giro e mi hanno fatto sembrare un padre della patria».

Ma così com'è la maturità ha ancora senso?

«No, potrebbe essere eliminata e ridotta a un'ultima verifica con commissari interni. Quando passano il 95% degli studenti è inutile improntarla così».

Che ricordo ha del suo esame di maturità?

«Nessuno. Dimenticato. Probabilmente è stato un passaggio inutile».

Zero? Nessuna emozione?

«Ricordo molto di più il primo esame all'università, a filosofia. Dopo aver preso sempre 10 al liceo il professore mi diede dal 5 al 6. E io gli dissi che non capiva niente.

È da lì nacque il mio sgarbismo».

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