Cronache

Sotto indagine le suore di Madre Teresa Il governo: "Sospetto racket di neonati"

Per l'opposizione si tratta dell'ennesima azione anticristiana dell'esecutivo

Sotto indagine le suore di Madre Teresa Il governo: "Sospetto racket di neonati"

Ispezionare subito tutti gli orfanotrofi gestiti dalle Missionarie della Carità, l'ordine di suore fondato da Madre Teresa di Calcutta. Controllarli uno per uno, per accertarsi che non nascondano un racket di neonati. Un tema che in India non può che essere molto sentito dato che sono 100mila i bambini che ogni anno spariscono, tra adozioni illegali e piccoli sottratti alle legittime famiglie.

A comunicare la decisione è stata Maneka Gandhi, ministra per lo Sviluppo della donna e del bambino. Ma la decisione non arriva a sorpresa. A inizio luglio la polizia era già entrata in una delle strutture per madri sole e bisognose gestite dalle suore di Madre Teresa: quella di Ranchi, nello Stato nord-orientale del Jharkhand. E non per un semplice controllo, ma per arrestare la madre superiora, suor Konsalia Balsa, e un'impiegata del centro, Anima Indwar. Le due sono accusate di aver venduto almeno 3 neonati e di averci provato con un quarto, un bimbo di due mesi promesso a una coppia del vicino Stato dell'Uttar Pradesh per 120mila rupie, poco meno di 1.500 euro. A loro era stato detto che tutto era regolare e che la somma serviva a coprire le spese ospedaliere. Il caso è emerso quando i servizi sociali locali hanno denunciato la sparizione di un neonato dalla struttura. Le Missionarie della Carità hanno subito dichiarato che avrebbero indagato sul fatto, «contrario alle nostre convinzioni morali», e che avrebbero preso provvedimenti affinché non succedesse nulla di simile nel futuro. Ma al governo del premier Narendra Modi non è bastato. E oltre alle ispezioni pretende ora che tutti gli orfanotrofi che non l'hanno ancora fatto si iscrivano all'Autorità centrale per le adozioni entro un mese. In realtà le strutture gestite dall'ordine di Calcutta non dovrebbero nemmeno rientrare in questa categoria, dato che dal 2015 hanno scelto di rinunciare allo status giuridico che permetteva loro di gestire centri di adozione, in polemica con la decisione dell'esecutivo di aprire le adozioni anche a single e divorziati.

Il mistero, dunque, s'infittisce. E c'è anche chi grida al complotto. A farlo sono alcuni leader politici del Bengala Occidentale, lo Stato nella cui capitale Calcutta l'ordine ha sede. Secondo loro l'indagine è parte di un'agenda anti-cristiana portata avanti dal partito nazionalista hindu al governo, il Bharatiya Janata Party, di cui il primo ministro Modi è espressione. Il Bjp, che è al potere anche nello Stato del Jharkhand dove sono avvenuti i due arresti che dato vita allo scandalo, punta a difendere l'identità e la fede induista a scapito delle altre religioni. Secondo un rapporto pubblicato a inizio luglio da «Alliance Defending Freedom», Ong di ispirazione cristiana nata negli Usa che collabora, tra gli altri, anche con la Corte europea dei diritti dell'uomo, sono stati 101 gli episodi di violenza contro cristiani in India nei primi cinque mesi del 2018 e il fenomeno, secondo l'organizzazione, è in crescita. Anche il vescovo di Ranchi è dello stesso parere: la polizia ha detto che la suora accusata di aver venduto i neonati avrebbe confessato, ma il vescovo ha dichiarato che la confessione sarebbe stata forzata e ha accusato le forze dell'ordine di «trattare l'ordine di Madre Teresa come una gang criminale».

Le lunghe procedure necessarie per adottare in India, insieme all'estrema povertà di tante famiglie costrette a vendere i propri figli, sono i motivi principali per cui il mercato dei neonati è fiorente nel Paese.

L'anno scorso nel Bengala Occidentale sono stati arrestati i gestori di un centro di adozioni accusati di aver venduto bambini a coppie europee, statunitensi e asiatiche.

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