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Spacey e il coming out furbo "Sì, ho molestato e sono gay"

L'attore Anthony Rapp: «Abusi quando avevo 14 anni» La star si scusa e confessa: «Ho scelto di vivere da omosex»

Spacey e il coming out furbo "Sì, ho molestato e sono gay"

«Ha buttato l'intera comunità Lgbt sotto un autobus e la chiama solidarietà per mascherare i suoi fallimenti personali», scrive un attivista su Twitter. E ancora: «È come se un uomo molestasse una ragazzina di 14 anni e poi come scusa accampasse il fatto che è eterosessuale. La sessualità non è il tema». A pochi giorni dallo scandalo planetario del produttore Harvey Weinstein, Hollywood è di nuovo nella polvere per l'ennesima storia morbosa di molestie sessuali. Stavolta il protagonista-orco è una delle sue stelle più brillanti, Kevin Spacey, due volte premio Oscar (I soliti sospetti e American Beauty), un Golden Globe per il suo Frank Underwood nella celebre serie televisiva House of Cards. «Si avvicinò come uno sposo si prende la moglie alla soglia» racconta Anthony Rapp, 46 anni, attore dichiaramente gay, fra i protagonisti della serie tv Star Trek e quattordicenne ai tempi in cui dice di aver ricevuto le avances di Spacey. «Tentò di sedurmi. Non so esattamente, ma ero consapevole che stava cercando di prendermi sessualmente».

Ma la denuncia finisce per scatenare un terremoto che fa rivoltare la comunità omosessuale. Chiamati in causa dall'attore, gay, lesbiche, bisex e transgender non ci stanno a finire nella trappola del solito vecchio pregiudizio gay-pedofilo, che da decenni tentano di levarsi a fatica di dosso. L'attore infatti ha chiesto perdono, anche se metà: «Sinceramente non ricordo l'incontro, deve essere stato più di trent'anni fa. Però se mi sono comportato come lui descrive gli devo le mie più sincere scuse. E mi dispiace per quello che ha dovuto patire in tutti questi anni». Fin qui un fair play senza una vera ammissione di colpa. Ma è stata la dichiarazione successiva, l'ammissione di aver scelto ora «di vivere da uomo gay» che ha scatenato il putiferio. Perché ammetterlo adesso, si chiede la gran parte della comunità Lgbt. Perché proprio ora che è coinvolto in una storia morbosa?

Spacey probabilmente ha capito che la vicenda sarebbe diventata il pretesto per passare al setaccio la sua vita personale. E ha preferito giocare d'anticipo: «Questa storia mi ha incoraggiato ad affrontare altre cose nella mia vita - ha spiegato - So che circolano storie su di me e che alcune sono state alimentate dal fatto che sono stato così protettivo con la mia privacy. Nella mia vita ho avuto rapporti con uomini e donne, ho amato e avuto rapporti romantici con uomini per tutta la mia vita e ora ho scelto di vivere da uomo gay. Voglio affrontarlo con onestà e apertamente».

Ma il coming out più che una liberazione, più che un atto di solidarietà al mondo omosessuale, suona alla comunità Lgbt come uno schiaffo senza precedenti. «La sua dichiarazione sarà usata per continuare a giustificare l'oppressione contro gay e lesbiche», scrive indignato l'opinionista britannico Owen Jones, omosessuale dichiarato. Sta forse usando l'argomento per distrarre l'attenzione dal tema più importante, quello delle molestie, si chiedono in molti. Delusione mista a incredulità arriva dal direttore di Gay Times Josh Rivers, che commenta piccato: «Ha fatto a noi tutti un grande disservizio». «La decisione di dichiarare adesso la sua sessualità come se avesse a che fare con il suo presunto comportamento è molto problematica». La combinazione gay-pedofilo è forse il più grave pregiudizio che da anni la comunità tenta di togliersi di dosso. «Non ci stiamo», insiste Rivers.

Come se non bastasse c'è chi sui social network rimarca l'altra questione, quella politica. «Ma tutti i liberal di Hollywood sono raccapriccianti perversi»?

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