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La Spagna in mano alle donne Sono «rosa» 11 ministri su 17

Il premier socialista gioca l'asso della maggioranza femminile. A cui affida Economia, Finanze e Giustizia

La Spagna in mano alle donne Sono «rosa» 11 ministri su 17

Madrid Il premier socialista Pedro Sánchez gioca l'asso della maggioranza femminile nel suo nuovo esecutivo presentato ufficialmente mercoledì sera alle Camere.

Salvo aggiustamenti dell'ultimo minuto, secondo El País su diciassette ministeri, undici saranno guidati da donne, a partire da Carmen Calvo, col doppio incarico di vice premier e capo del dicastero dell'Uguaglianza.

Un ministero, questo, caro all'esecutivo progressista del compañero ed ex premier del Psoe José Luis Zapatero che, per primo, lo istituì nel 2004 per pareggiare la preponderanza di uomini in ruoli istituzionali con le quote rose.

Sánchez ha scelto undici ministre, inaugurando il governo più rosa di sempre (più di qualsiasi altro governo occidentale a memoria) con la maggioranza di esse alla guida di dicasteri importanti e strategici, come Nadia Calviño all'Economia, María Jesús Montero alle Finanze, Dolores Delgado alla Giustizia, Reyes Maroto all'Industria, Magdalena Valerio al Lavoro, Carmen Montón alla Sanità e Isabel Celáa all'Educazione.

Chiudono la linea delle ministre socialiste, Meritxell Batet all'Amministrazione pubblica, Teresa Ribera all'Energia, Medio Ambiente e Cambio Climatico e, infine, Margarita Robles, giurista, a cui va la Difesa.

Alla parte maschile del governo vanno dicasteri non meno importanti come quelli dell'Interno, che va all'ex magistrato originario di Bilbao Fernando Grande-Marlaska, degli Esteri Josep Borrell, tenace europeista, dell'Agricoltura a Luis Planas, della Scienza a Pedro Duque, classe 1963, professore, ingegnere aeronautico e astronauta dell'Esa dal 1992, mentre lo Sviluppo va a José Luis Ábalos, valenziano, fidatissimo del presidente del Consiglio e la Cultura e lo Sport al giornalista e scrittore Maxím Huerta.

Per gli analisti politici, il premier Sánchez ha pensato a una lista di ministri con un'importante componente territoriale per corteggiare le sacche di voti socialisti dell'Andalusia e dell'Estremadura, ma anche di altre comunità autonome, strizzando l'occhio, ovviamente, alle elettrici.

Cosa che nemmeno il progressista e super egualitario Zapatero aveva fatto.

Ed è anche un esecutivo concepito per inaugurare nel 2019 importanti consultazioni regionali.

Inizialmente il quotidiano conservatore Abc aveva parlato di un esecutivo paritario con cinque ministri e cinque ministre, una configurazione molto cara a Zapatero che aveva adottato nel 2004 e riproposto nel 2008, primo premier spagnolo ad affidare il ministero della Difesa a una donna, la compianta catalana Carme Chacón, scomparsa per un tumore nel 2017.

Gli ultimi governi a guida del popolare Mariano Rajoy, invece, avevano sempre preferito una guida più «machista».

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