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Spalle scolpite e gambe nude Show anni '80 di Saint Laurent

Per la collezione del prossimo inverno Vaccarello si è ispirato a Betty Catroux, musa del grande Yves

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Parigi Saint Laurent nel senso di Yves è stato un pifferaio magico che ha trascinato le donne fuori dalle convenzioni e dalla banalità.

Saint Laurent nel senso di Anthony Vaccarello è un pifferaio magico che trascina una storica griffe fuori dalla polvere generata dal tempo senza per altro stravolgerne i codici estetici ormai entrati nell'eternità. Il risultato è a dir poco fenomenale, come passare attraverso uno stargate che colloca la moda dove deve stare: nel presente. Stavolta la parola d'ordine è «Gambe e Spalle». Le prime quasi nude come piace a Vaccarello ma anche alle ventenni che si ammazzano in palestra e mangiano solo cibi sani per potersi concedere il lusso di scoprire le cosce anche in pieno inverno.

Le altre sono invece enfatizzate, ridisegnate, scolpite in sartoria: un lavoro certosino che avrebbe entusiasmato il giovane Yves, l'uomo capace di rendere un abito maschile come lo smoking perfetto per qualsiasi donna.

Le spalle della collezione Saint Laurent per il prossimo inverno sporgono di circa due centimetri dalla testa dell'omero e in questa nuova proporzione c'è senza dubbio un omaggio agli anni Ottanta con tutto il loro carico di leggerezza, glamour e festosità. Ma il messaggio è affidato a una bella rilettura di Betty Catroux, l'amica e musa del grande Yves, amante come lui dei falsi amici rappresentati da droga e alcol, una donna dallo chic inimitabile. Nelle mani di Vaccarello Betty a un certo punto diventa Catherine, ovvero la Deneuve, l'inquieta eroina borghese capace di ogni trasgressione.

Alcune giacche (una più bella dell'altra a dire il vero) ricordano le prime pubblicità di Opium con l'opulenza orientale che diventa scandalo epocale. Poi c'è un accenno al nude look, alla famosa collezione del '71 che in realtà era una sublime rilettura degli anni '40, ai fiocchi giganteschi sugli abiti monospalla e agli scolli su cui si dovrebbe fare una lectio magistralis in ogni scuola di moda. Il tutto senza nostalgia e con un senso molto preciso della realtà.

Ne ha da vendere, ma per fortuna non rinuncia mai al sogno anche Alessandro Dell'Acqua qui a Parigi per Rochas con una collezione semplicemente fenomenale perchè piena di riferimenti alla storica maison, ma fatta e studiata per le donne di oggi. La prima uscita è un fantastico tailleur in tweed molto più grande del normale ma con le impeccabili proporzioni di una maison d'haute couture francese negli anni Trenta del secolo scorso. In testa un cappello a larghe tese di plexiglass nero, ai piedi le ballerine coperte di cristalli e ciondolini, nella testa l'idea di una bambina che gioca con i vestiti della mamma.

Poi cresce. E s'infila in un incredibile tubino di cady stretch che è la riedizione dell'abito-cuore creato da Monsieur Rochas per la sua amante, una bomba chiamata Mae West. Si torna a parlare di spalle con Margiela che da quattro anni è nelle fantastiche mani di John Galliano e che anche stavolta ha giocato con le giacche-cappa, i tailleur grandissimi sopra e sotto avvitati, le imbottiture del cuscino che diventano la borsetta e il piumone del letto che fa da duvet.

Il tutto con una seria accellerata sul tema del genderless con gli uomini issati sui tacchi e le gambe nude, a prima vista indistinguibili dalle modelle.

Un gran bel lavoro anche sulla passerella di Dries Van Noten che stampa sui capi le foto scattate ai fiori del suo giardino in ottobre e compone un'immagine di donna poetica e potente.

Quanto ai colori siamo allo zenith della creatività, una cosa che certo non si può dire del giovane David Koma da Mugler. Si torna a sperare in un ritorno di Lanvin tra i marchi che dicono qualcosa per via dell'arrivo di Bruno Sialelli, il quarto direttore artistico in quattro anni dall'immotivato licenziamento di Alber Elbaz.

Il miglioramento è notevole, il lavoro sull'estetica medioevale interessante, ma non è ancora il caso di urlare al miracolo. E poi che senso ha guardare al lavoro del tuo ex capo (Jonathan Anderson per Loewe) quando hai per le mani gli archivi di Jeanne Lanvin?

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