Politica

Sparisce il segreto bancario in Svizzera

Siglato ieri l'accordo tra Roma e Berna. Renzi: «Miliardi di euro adesso torneranno allo Stato»

Il segreto bancario va in soffitta: Italia e Svizzera hanno firmato l'accordo che elimina le barriere allo scambio di informazioni finanziarie. E giovedì cadrà un altro paradiso fiscale: l'Italia firmerà un'intesa analoga anche con il Liechtenstein. Poi toccherà a Monaco.

Soddisfatto Matteo Renzi, che su Twitter commenta: «Oggi è stato siglato l'accordo con la Svizzera sul segreto bancario: miliardi di euro che ritornano allo Stato #lavoltabuona #comepromesso».

Niente cifre per il ministro dell'Economia, invece: Pier Carlo Padoan, che ha siglato l'intesa insieme alla consigliera federale svizzera, Eveline Widmer-Schlumpf, preferisce cavarsela con una battuta. «A bilancio questo accordo è postato un euro ma azzardo una previsione, sarà più di un euro. Mi fermo qui, non vado oltre».

In realtà, il governo ha puntato molto su questo accordo, arrivato a conclusione di lunghe e estenuanti trattative, ma giusto in tempo per dare la spinta decisiva alla voluntary disclosure , la regolarizzazione spontanea - entro settembre 2015 - dei capitali detenuti illegalmente all'estero: cioè, in un caso su due, proprio nella Confederazione.

La firma del Protocollo, che modifica la Convenzione del marzo 1976, consente infatti immediatamente alle nostre autorità di individuare potenziali evasori italiani che detengono patrimoni in territorio svizzero, attraverso lo scambio di informazioni su richiesta. Contemporaneamente, la Svizzera esce dalla «black list» dei Paesi considerati non collaborativi in materia fiscale ed esclusi perciò dalle condizioni più favorevoli previste appunto dalla voluntary disclosure , come il regime sanzionatorio più conveniente e i termini di prescrizione dell'accertamento più favorevoli (resta fuori il periodo 2005-2009). Solo dal 2018 (con riferimento all'annata 2017), invece, entrerà invece in vigore lo scambio automatico di informazioni di carattere finanziario, previsto dall'Ocse, tra Berna e l'Agenzia delle entrate.

Insieme al Protocollo, che dovrà ora essere ratificato dai rispettivi Parlamenti, è stata anche sottoscritta una «road map»: un documento politico che fissa il percorso per proseguire i negoziati su altre questioni tra cui la tassazione da applicare ai lavoratori frontalieri.

L'accordo oggi in vigore, firmato nel 1974, riguarda solo i frontalieri italiani e prevede la tassazione esclusiva in Svizzera con il ristorno del 40% dei gettito ai Comuni italiani della zona di confine. In futuro, i lavoratori frontalieri di entrambe le nazioni - quindi anche gli svizzeri che lavorano in Italia - saranno assoggettati a imposizione sia nello Stato in cui esercitano l'attività, sia nello Stato di residenza. La quota spettante allo Stato del luogo di lavoro ammonterà al massimo al 70% del totale dell'imposta normalmente prelevabile alla fonte. Il carico fiscale totale dei frontalieri italiani rimarrà inizialmente invariato e successivamente, con molta gradualità, sarà portato al livello di quello degli altri contribuenti. Non vi sarà più alcuna compensazione finanziaria tra i due Stati. Il ristorno ai Comuni frontalieri italiani sarà a carico dello Stato, sulla base del principio di invarianza delle risorse.

Nella road map Italia e Svizzera si impegnano anche a individuare le migliori soluzioni pratiche per Campione d'Italia, enclave italiana circondata dal territorio svizzero. Fino a oggi la mancanza di disposizioni concordate tra i due Paesi ha creato criticità: l'idea è di negoziare un ampio accordo, non solo fiscale, che regolamenti e semplifichi i rapporti tra i due Stati. L'obiettivo dichiarato è quello di «garantire alle imprese e ai cittadini di Campione d'Italia il corretto funzionamento delle attuali regole nazionali e internazionali sulla fiscalità indiretta».

Il ministro dell'Economia Padoan e il capo del dipartimento federale delle Finanze della Confederazione svizzera, Widmer-Schlumpf firmano il trattato che fa cadere il segreto bancario tra Italia e Svizzera

Si tiene a Roma la prima riunione di rappresentanti italiani e svizzeri per raggiungere un accordo sulla regolarizzazione dei valori patrimoniali detenuti in Svizzera da contribuenti italiani

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