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Spedizione punitiva contro il paese del benzinaio eroe

Ondata di saccheggi nelle case durante la fiaccolata per Stacchio. L'ombra della vendetta per il rapinatore ucciso

Spedizione punitiva contro il paese del benzinaio eroe

Massimo Bedin è uno dei tremila che l'altra sera hanno sfilato per gridare forte «Io sto con Stacchio». Tutti con la candelina in mano per le vie di Nanto, il paesino del Basso Vicentino dove la settimana scorsa il benzinaio più famoso d'Italia ha ucciso uno dei banditi che stavano assaltando la gioielleria Zancan rispondendo ai colpi d'arma da fuoco della gang. Un paio di sere dopo Bedin ha sentito dei rumori strani provenire dal suo laboratorio. «Pensavo fossero i gatti e sono sceso per scacciarli - racconta - e invece ho visto delle persone che fuggivano nel canale. La porta del mio magazzino era aperta e la Bmw era sparita».

Ma tu guarda che coraggio, ha pensato l'artigiano vicentino, vengono ancora a rubare nello stesso paese in cui la casa e la pompa di benzina dell'amico Graziano è sotto vigilanza da parte di polizia e carabinieri. Pensando di essere l'unico sfigato ad avere subito la visita dei ladri, la mattina dopo è andato in caserma per denunciare l'accaduto. «I carabinieri mi hanno detto di tornare nel pomeriggio - rivela - perché non ce la facevano a stare dietro a tutti».

Sissignori, dopo la fiaccolata a favore del benzinaio qualcuno ha pensato bene di ricordare ai cittadini di Nanto che non basta uno sniper col senso della legge e della comunità per far trionfare la legalità e la sicurezza. Una ventina tra appartamenti, magazzini e laboratori sono stati passati al setaccio, uno dietro l'altro, senza un obiettivo preciso se non quello di lasciare le tracce del passaggio e di arraffare quello che c'era a portata di mano. La signora Lauretta Artuso, per dire, ha visto delle torce in sala da pranzo e ha pensato bene di chiudersi in bagno. «Avevo appena detto a mio figlio che dopo la storia del benzinaio saremmo stati tranquilli - sbotta ricordando la quarta effrazione subita in 15 anni - e sono stata smentita immediatamente». Ai banditi è andata bene che il marito non ha fatto in tempo a reagire. «Ho già sparato una volta ai ladri - ricorda Silvano Trotto - mentre scappavano nei campi». Stacchio non è solo, a Nanto, ma stavolta non sono fischiate pallottole.

È vero che a Nanto e negli altri comuni del Basso Vicentino i furti in casa non sono una novità. Ma una raffica di furti come quella organizzata poche ore dopo la fiaccolata pro Stacchio ha l'inconfondibile retrogusto della vendetta. Così almeno sospetta il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ieri mattina quando ha letto la notizia sul Giornale di Vicenza è sbottato: «Questo è un fatto gravissimo e praticamente unico nel suo genere per strafottenza e aggressività. È molto difficile non cedere alla tentazione di ritenerla un raid punitivo nei confronti di un'intera comunità. Chiedo indagini a tappeto, che portino a individuare questi delinquenti nel più breve tempo possibile e a fare chiarezza totale su un episodio inquietante».

E mentre ieri a Nanto si faceva il bilancio delle incursioni della notte, tra danni e bottino dei furti, ad Altivole (Treviso) i familiari di Albano Cassol, il nomade ucciso durante l'assalto alla gioielleria, celebravano un funerale blindato, con i giornalisti tenuti lontani dalla chiesa. Il loro legale, Francesco Murgia, ha ribadito che, nel caso le indagini confermassero la responsabilità del benzinaio, procederà con la richiesta di risarcimento.

Di tutt'altro avviso Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia-An, che ieri è andata a Nanto a trovare il benzinaio. «Stacchio è un eroe - ha detto - e si è comportato come tutti dovrebbero comportarsi. Lo Stato lo indaga, invece meriterebbe una medaglia». Anche diversi sindaci della zona, riuniti ieri sera in un consiglio comunale straordinario, si sono stretti attorno a Stacchio. Ulisse Borotto, primo cittadino di Nanto, vorrebbe anche fare qualcosa di più per la sicurezza. «Servirebbero altre telecamere - sostiene - ma i fondi sono bloccati dal patto di stabilità». Un patto che ha consentito a un gruppo di ladruncoli di colpire indisturbato per una notte intera. «Cinque persone che conosco in questi giorni hanno chiesto il porto d'armi», rivela Steve Calgaro, gommista preso di mira dai ladri.

Il patto di stabilità rischia di essere fatto saltare a colpi di fucile.

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