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"Speriamo non abbia fatto nulla..." Ma a Renziland regna l'omertà

Bocche cucite a Rignano. Il sindaco: non mi ricandido col Pd

"Speriamo non abbia fatto nulla..." Ma a Renziland regna l'omertà

dal nostro inviato a Rignano sull'Arno (Firenze)

C'è solo una domanda che si pongono insistentemente i rignanesi in questi giorni ad alta tensione: «Quando finiranno i lavori di Publiacqua in via dell'Unità Italiana?».

Ad essere sinceri, infatti, dei fatti che riguardano Tiziano Renzi e del suo interrogatorio ai cittadini importa il giusto. Per non dire niente. A Rignano (8.600 anime) la nomenclatura comunista ha comandato fino al 1995, per poi diventare Pds, Ds, Ulivo e Pd. Dei liberali nemmeno l'ombra. E sugli scalini di via Mazzini, la porticina (oggi arrugginita) con lo scudocrociato della Dc in ferro battuto, viene vista come un pezzo d'antiquariato da mercatino delle pulci. «Ora è la sede degli scout dice la sarta Gisella che ha aperto il negozio accanto nel 1979 - Ai tempi ci vedevo entrare anche Tiziano Renzi, quando c'era la guerra con quelli della Casa del Popolo». Cose belle di paese. Non troppo diversa però è l'immagine della sede del Pd in piazza XXV Aprile dove Tiziano Renzi è ancora il segretario locale: sempre chiusa, sedie accatastate, tapparelle ingiallite, porta di legno scrostata. Unico segno di vita, si fa per dire, il recente manifesto per il Sì al referendum.

Accanto alla sede, c'è la storica pasticceria Feroci: bocche cucite anche lì. «Mio padre è malato ma anche se stava bene...». Ed è muto pure l'organo nella chiesa di San Leolino dove Tiziano suona la domenica e canta. Perché come dice l'ex sindaco Massimo Settimelli Pds-Ds (mandato 1995-2002), che a causa di Tiziano Renzi ha attraversato 13 anni di guai giudiziari per poi essere assolto con formula piena «questi sono cattivi, integralisti della peggior specie, quelli che fanno peccato e poi vanno in chiesa a confessarsi. Nemmeno i più infidi uomini della Dc facevano così». C'è chi racconta che Tiziano Renzi anni fa tentò anche di aizzare il parroco contro la Croce Rossa locale per cercare di portare in paese la Misericordia.

Riguardo al fatto del giorno, capo basso e passo svelto. Poche parole, aria scocciata da overdose di giornalisti e telecamere. «Ci sono rimasto male, lo posso dire?», il macellaio. «C'è un'aria pesante, come da ogni parte mi sembra», il barbiere. «Siamo delusi, più che dispiaciuti», la ristoratrice. «Speriamo non abbia fatto quello che dicono», la cartolaia. E c'è anche chi la prende sul ridere: «Almeno qualche giornale in più lo vendo», l'edicolante. «Intanto siamo diventati famosi per qualcosa», il pizzicagnolo.

Chi non ride per niente è l'attuale sindaco, Daniele Lorenzini in carica dal 2012, iscritto al Pd dall'inizio e tra i fondatori del partito locale, che è anche il medico curante del paese nonché di buona parte della famiglia Renzi: «Posso essere sincero? Mi sono proprio rotto i co... di questo partito. A giugno avremo le elezioni e lunedì in assemblea dirò che non voglio ricandidarmi con il Pd ma con una lista indipendente. Ma questo non riguarda affatto Tiziano Renzi, se fosse per quella ragione mi sarei dovuto dimettere da tempo. I rapporti personali sono ottimi, ma la politica è un'altra cosa. Io mi sono rotto di tutta questa storia di Rossi, Emiliano, gli sms di Lotti... basta non se ne può più! Alla gente non gli importa nulla di Tiziano Renzi, ma piuttosto se sistemo la strada in piazza della Repubblica. Noi crediamo che non abbia fatto nulla, poi spetterà a lui difendersi nelle sedi opportune».

Cinque chilometri fuori dal paese, il località Poggio di Torri, tra B&B, case vacanze, aziende agricole e filari di olivi, c'è casa Renzi, che ieri è stata tutto il giorno disabitata. Sul campanello solo il cognome della moglie «Bovoli». Tanto se suoni non risponde nessuno. Quello che gli sta proprio davanti nega addirittura di conoscerlo.

E un'altra vicina, poco più in là, dice che salutano a malapena: «Stanno tutti molto sulle loro e parlano poco».

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