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Quello "spiraglio" dei giudici solita scappatoia all'italiana

La Cassazione boccia il verdetto liberal dei giudici di Trento ma non cancella il collage creativo che fra diritto e nuovi diritti aveva ridisegnato il perimetro di una famiglia postmoderna

Quello "spiraglio" dei giudici solita scappatoia all'italiana

No a due papà ma anche un po sì. La Cassazione boccia il verdetto liberal dei giudici di Trento ma non cancella il collage creativo che fra diritto e nuovi diritti aveva ridisegnato il perimetro di una famiglia postmoderna: una coppia di padri per due gemelli. Genitori di un solo sesso invece dei due previsti dalla quella signora poco fantasiosa chiamata natura. Con le madri - al plurale come tutto in questa storia, perché la prima aveva messo a disposizione gli ovociti, la seconda aveva affittato l'utero - uscite rapidamente di scena, routine nei paesi cosiddetti più evoluti, dove la maternità sfuma nella doppia paternità. O a parti inverse si inventa una soluzione solo al femminile. Facile da concepire per chi la sogna, ma difficile persino da definire con le povere parole del nostro vocabolario.

A Trento avevano superato lo sbarramento della legge 40 utilizzando come escamotage la trascrizione di un atto scritto in un paese straniero. Insomma, i giudici si erano travestiti da notai pur di allargare i confini, sempre più indifesi, della famiglia tradizionale. Ma anche la Cassazione, ancora più autorevole perché a sezioni unite, apre un varco nel muro della tradizione. E lo fa suggerendo la strada, antiquata ma percorribile, dell'adozione speciale. Insomma, il padre numero due potrebbe uscire dalla porta ma rientrare dalla finestra. Certo, l'adozione speciale è stata utilizzata dal legislatore per affrontare i tanti casi che la vita presenta: non tutto può, per fortuna, essere codificato perché gli esseri umani non sono polli in batteria. Dunque, questa eccezione è stata nella nostra storia una sorta di valvola di sfogo anti ideologica per situazioni particolari.

Può essere che anche ora sia così. Ma è più facile immaginare che i genitori di Trento siano l'avanguardia agguerrita di una minoranza che vuole rimescolare le carte e cambiare le regole del gioco. Una toppa vecchia in un vestito che vorrebbe essere nuovo, con il rischio concreto di aprire un'altra falla in una fortezza già assediata da tutte le parti. Senza voler fare la morale a nessuno, e in un'epoca in cui il continuare a ritagliare nuovi diritti finisce per frantumare l'io e i suoi equilibri con chi gli sta intorno, si deve riflettere senza ipocrisie sul percorso indicato: si chiude una strada, quella individuata a Trento, ma se ne propone un'altra che potrebbe diventare un'autostrada, sia pure d'emergenza e dalla carreggiata stretta. Si vedrà. Per ora i difensori dell'ordine sembrano soddisfatti, il fronte progressista si duole: i gemelli non saranno fratelli rispetto al secondo padre e non avranno i nonni su quel ramo, virtuale, dell'albero genealogico.

Scenari che disorientano e lasciano sgomenti, mentre l'ago della bussola punta direzioni oltre l'orizzonte delle nostre certezze.

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