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Spread, manovra e Alitalia L'agenda da brividi di Conte

Per il governo un percorso a ostacoli sull'economia. La tentazione di rompere prima della legge di bilancio

Spread, manovra e Alitalia L'agenda da brividi di Conte

Roma - Non sarà una schiarita sul caso Siri-Raggi a risolvere i problemi del governo. L'ultimo scontro tra M5s e Lega, le richieste di dimissioni incrociate più che causa di una crisi sono il sintomo di difficoltà in arrivo.

Le fibrillazioni sono conseguenza diretta del nervosismo per una serie di ostacoli che il governo si troverà ad affrontare e che, a differenza delle vicende giudiziarie, non potranno trovare una soluzione politica. C'è già chi ha attivato un conto alla rovescia sulla durata del governo legata alla possibile manovra correttiva e c'è un consenso sempre più ampio sulla possibilità che l'esecutivo gialloverde non abbia intenzione di affrontare la prossima legge di Bilancio. Instabilità politica che i mercati si preparano a prezzare sul mercato dei titoli di stato, quindi con un impennata dello spread.

I primi inciampi sono previsti in tempi più brevi, molto prima della legge di Bilancio di fine anno. Questo venerdì è in programma la revisione del rating sull'Italia da parte dell'agenzia Standard and Poor's. «I segnali non sono buoni», avverte Renato Brunetta di Forza Italia, esponente dell'opposizione che si è distinto in questa legislatura per anticipare umori dei mercati. S&P a ottobre aveva lasciato invariato il rating, con una revisione delle previsioni da stabili a negative. Successivamente la stessa agenzia ha rivisto le previsioni di crescita del Pil italiano dallo 0,7% allo 0,1%. Ha fatto notizia un editoriale dell'agenzia stampa Bloomberg nella quale si sostiene che la prossima crisi finanziaria italiana «è in arrivo, è solo da capire quando». È lo spirito del tempo, non solo l'umore dei mercati, spaventati dalla ripresa dello scontro con Bruxelles. In maggio la Commissione europea valuterà il Piano nazionale delle riforme (che fa parte del Def), in giugno poi partiranno le raccomandazioni. Difficile aspettarsi buone notizie.

Ma anche la routine interna del governo offre varie occasioni di conflitto. Ad esempio il consiglio dei ministri di domani ha all'ordine del giorno il decreto crescita, in ritardo di settimane. Il veto della Lega di Matteo Salvini sui finanziamenti per Roma potrebbe cadere allargando i benefici (una gestione commissariale più morbida) per i comuni con un alto debito. «Verranno inserite norme utili a risolvere i problemi di molti Comuni», ha spiegato il vice ministro all'Economia Laura Castelli.

Possibile che la battaglia si sposti in Parlamento in sede di conversione. Una platea per le elezioni europee e, magari, anche per una fase due del governo, ancora più elettorale e segnata dalla competizione tra Cinque stelle e Lega.

Attese fibrillazioni su Alitalia. C'è chi nel governo ha letto il disinteresse appena manifestato da Atlantia (la holding di Autostrade) verso la nuova società alla percezione, sempre più diffusa nel mondo delle imprese, che il governo non rappresenti più un interlocutore solido.

Fibrillazioni che possono portare alla fine del governo oppure a una situazione di instabilità cronica. Quella che i mercati si preparano ad affrontare vendendo titoli di stato.

Riducendo ancora di più gli spazi di manovra del governo.

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