Politica

Lo sprint del Cavaliere tra tv, radio e social per convincere il Paese

L'ex premier impegnato nella battaglia per il No fino alla fine. I timori per la democrazia

Lo sprint del Cavaliere tra tv, radio e social per convincere il Paese

Silvio Berlusconi gioca la sua partita fino all'ultimo minuto e anche nel giorno di chiusura della campagna referendaria si concede interviste a tutto campo, analisi sulla riforma della Costituzione, previsioni sugli scenari, giudizi su avversari e alleati.

Questa volta il presidente di Forza Italia si divide tra Agorà su Rai3, Mattino5 su Canale 5, Corriere Live e lo Speciale Referendum di Enrico Mentana su La7. Interventi in cui ritorna spesso la questione del pericolo della concentrazione dei poteri in un sol uomo. «Se Renzi non vuole perdere quel minimo di credibilità che ha, dovrebbe non lasciare il governo ma la politica in caso di sconfitta. E non lo dico io, è lui che lo ha detto pubblicamente e più volte. Per me la parola è sacra». Se vince il «No» «il Pd e il Capo dello Stato decideranno chi sarà il presidente dell'esecutivo. Subito dopo bisogna sedersi allo stesso tavolo» per cambiare l'Italicum e andare al voto. Inoltre per cambiare e riscrivere la Costituzione, «l'assemblea costituente potrebbe essere un'ipotesi valida».

Al contrario «se vince il Sì Renzi sarebbe il padrone dell'Italia e degli italiani». «Il referendum è pericoloso per la democrazia, perché porterà un uomo solo al comando». «Renzi è l'unico leader della sinistra. Il centrodestra non ha ancora un leader affermato; c'ero io, ma una riforma vergognosa ha dato alla sinistra la possibilità di espellermi dal Senato. Spero che qualcuno - magari proveniente dal mondo delle imprese - possa diventare il futuro leader». Ma in caso di pronunciamento favorevole di Strasburgo il Cavaliere non esclude di potersi candidare nuovamente «anche se ho tutti contro a partire dai miei figli e i miei amici che hanno un senso protettivo verso di me».

L'opzione Salvini, invece, non sembra convincerlo. «Salvini ha questo modo di essere molto aspro e rude e se fosse lui alla guida del centrodestra molti moderati non lo seguirebbero. È una persona sincera, ma il centrodestra dovrà cercare un leader». Berlusconi liquida come prova dell'inaffidabilità di Renzi il «no» di quest'ultimo a un tavolo post-referendario. A chi gli chiede se a quel tavolo prenderà posto anche Beppe Grillo, risponde: «Non direttamente lui deve delegare i suoi bravi ragazzi, giovani che si stanno ben comportando». Sulla discesa in campo di Romano Prodi il giudizio è secco: «Non sposta voti, anzi ne porta via». Berlusconi fa presente che «fino a quando noi non avremo un voto diverso dalla matita i brogli sono possibili» e nella classifica delle decisioni più sbagliate da parte di Renzi, al primo posto mette «le mance elettorali». Infine un giudizio su Confindustria, preda del «conformismo che li porta a stare sempre con chi governa».

E il ricordo di una battuta che gli fece Bettino Craxi su Confindustria: «Noi ascoltiamo sempre quel che dicono ma poi facciamo esattamente il contrario».

Commenti