Economia

Spunta Atlante bis, a capitale pubblico

Il Mef esercita l'opzione per Sga (ex Banco Napoli) che potrà investire in sofferenze e capitale

Spunta Atlante bis, a capitale pubblico

Roma - Il Fondo Atlante raddoppia. Anche se in modo diverso e, in qualche misura, inaspettato. Il decreto sulle banche, varato dal governo venerdì scorso e «bollinato» dalla Ragioneria generale dello Stato (che il Giornale ha potuto consultare), prevede infatti che il ministero dell'Economia acquisisca il 100% di Sga (Società gestione attività, la bad bank del «vecchio» Banco di Napoli) per massimi 600mila euro. Sga potrà acquistare sul mercato «crediti, attività e partecipazioni» diversi da quelli dell'istituto napoletano, «fermo il rispetto dei requisiti e degli obblighi previsti dalla normativa» applicabile a certe tipologie di servizio pubblico.

Le relazioni che accompagnano il decreto sono indicative delle intenzioni del premier Matteo Renzi e del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. In primo luogo, le azioni di Sga saranno acquistate, previa perizia, «al valore nominale» esercitando il pegno concesso al Tesoro ai tempi del salvataggio pubblico del Banco vent'anni fa. Secondo quanto si apprende, la dotazione patrimoniale della società gestione attività dovrebbe aggirarsi sui 500 milioni di euro, avendo ormai concluso il suo ruolo e recuperato grosso modo il recuperabile. In secondo luogo, la storia di Sga (di cui si è parlato negli ultimi tempi come possibile partecipante al Fondo Atlante) è indicativa del possibile modus operandi futuro. La spa, infatti, nacque grazie a un prestito concesso al Banco da Bankitalia e poi girato al veicolo che acquisì le sofferenze del Banco al 70% del valore (17.400 miliardi di lire venduti per 12.400 miliardi). L'operazione ebbe successo e la banca (passata nel tempo da Bnl-Ina a Sanpaolo Imi a Intesa) recuperò circa il 90% dei crediti.

A una soluzione simile pensavano, già agli inizi del 2015, proprio il Tesoro e la Banca d'Italia: esercitare la call su Sga e ricapitalizzarla scambiando carta contro carta azioni di nuove emissione con le sofferenze cedute dalle banche oppure puntando su investitori privati professionali. All'epoca si parlava di circa 2,5 miliardi. Si pensava che il veicolo avrebbe potuto emettere obbligazioni sul mercato cartolarizzando le stesse sofferenze. La storia, con la ferma opposizione del commissario Ue Vestager al progetto italico, ha raccontato una storia diversa.

Il fatto che l'iniziale progetto della Gacs sia stato accantonato (anche se il decreto banche rivede la normativa sui fallimenti proprio per accelerarne l'uso) e l'acquisizione di PopVicenza da parte di Atlante dimostrano che la partita è ancora aperta.

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