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Stabilità, fiducia al Senato. Verdini si sfila

La manovra passa con 162 sì. Le critiche degli ex azzurri: «Sud dimenticato». Ma restano i dubbi di Bruxelles

Roma La Stabilità è legge dello Stato. L'ha approvata l'aula del Senato con un voto di fiducia: favorevoli 162 voti, contrari 125. Quella votata da Palazzo Madama è, però, una manovra sub judice. La commissione europea, infatti, non l'ha condivisa. E soltanto a marzo Bruxelles scioglierà la prognosi sui conti pubblici italiani. Troppe una tantum, troppi margini di flessibilità utilizzati e mancata correzione del deficit strutturale: queste le critiche della euroburocrazia. Anche se in serata il premier Matteo Renzi esulta: «La produttività di questo Parlamento è impressionante e i cittadini ne vedranno le conseguenze con l'abbassamento delle tasse».Nel complesso, la legge di Stabilità è lievitata di oltre il 10% durante il dibattito parlamentare. Dai 26,5 miliardi di interventi, approvati dal consiglio dei ministri, è salita a 30 miliardi. Ma sono le coperture finanziarie che innescano i dubbi di Bruxelles. Le maggiori spese previste sono state coperte con un aumento del deficit dall'1,4 al 2,4 per cento, quando la commissione aveva autorizzato il governo ad arrivare ad un deficit nominale massimo dell'1,8 per cento. Insomma, c'è almeno uno 0,6% di deficit in più di quello concordato con gli uffici: 8 miliardi che la Commissione potrebbe chiedere all'Italia di recuperare il prossimo anno. Ma a peggiorare i saldi ci si mette anche l'inflazione, che agisce sul pil nominale. E le cifre potrebbero cambiare.Mario Draghi, nei giorni scorsi, ha ricordato durante il Consiglio europeo che i Paesi che non riducono i propri deficit strutturali mettono in crisi la già debole ripresa. E, seppure senza fornire indicazioni specifiche, nella mente del presidente della Bce c'era proprio l'Italia.Quella votata dal Senato è la Stabilità che cancella le tasse sulla prima casa. Ma è anche il veicolo legislativo che «salva» le quattro banche fallite ed introduce i rimborsi selettivi per quanti hanno sottoscritto obbligazioni subordinate dalle stesse banche. Il governo, infatti, ha scelto di far confluire nella manovra i due decreti legge. Sebbene abbia garantito i voti per le riforme costituzionale, il gruppo di Denis Verdini non ha votato la fiducia alla legge di Stabilità. Perché ha dimenticato il Sud, commenta il senatore di Ala Giuseppe Compagnone.

Massimo Cassano, Ncd, dice invece che nella manovra «c'è più Sud e più famiglia».FRav

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