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"Star dell'inconscio degli italiani". Anche Servillo riabilita il suo Silvio

In un'intervista l'attore di "Loro" usa parole positive per l'uomo

"Star dell'inconscio degli italiani". Anche Servillo riabilita il suo Silvio

Roma - Silvio Berlusconi: «Un corpo politico che aspira all'immortalità». È la definizione che dell'ex premier offre la sua maschera, l'attore Toni Servillo.

Non capita a tutti, neppure a tante celebrità, di assurgere a simbolo, di incarnarsi in un'icona, diventando la rappresentazione di un carattere che va oltre l'individuo, racchiudendo in sé il temperamento di una società, le sue emozioni ed i suoi desideri in una determinata epoca.

Chi si aspettava la demolizione del premier Berlusconi da parte di Paolo Sorrentino come regista e del suo attore di riferimento, Servillo, nell'interpretarlo, sarà rimasto deluso. E accanto all'uscita di questo film decisamente indulgente nel raccontare Berlusconi (nulla a che vedere con Il Caimano insomma) per l'ex premier arriva pure la riabilitazione giudiziaria e la possibilità di ricandidarsi. Il registro scelto da Sorrentino non è quello della cronaca, che non gli appartiene, mentre invece cerca di afferrare quanto c'è di più effimero: le emozioni, i sentimenti, i desideri nel privato, arrivando così a cogliere l'elemento che poi viene messo in luce anche nelle interviste rilasciate sia da Sorrentino sia da Servillo: la presenza di Berlusconi come un'ossessione sia essa negativa o positiva. «Credo che sia ancora un corpo politico che ha un'influenza notevole sulle coscienze degli italiani - dice Servillo in un'intervista a Repubblica - Agisce nel loro inconscio, la sua tecnica estroversa da star produce la sensazione che il pubblico lo giudichi sulla base di quello che pensa di se stesso».

L'uso del corpo in politica non è merce esclusiva di Berlusconi che però ne ha sicuramente reinventato le modalità nel suo stile. Nulla a che vedere insomma con i digiuni dei radicali e le loro battaglie per le libertà individuali per le quali uomini come Luca Coscioni o Piergiorgio Welby hanno messo in gioco il proprio corpo.

Berlusconi invece, dice Servillo, «coltiva l'idea di un'immortalità che si fa beffe del tempo» di fronte alla sua riabilitazione, alla possibilità di un ritornare da protagonista nella scena politica. Servillo definisce quello dell'ex premier «un corpo politico che si propone come immortale».

E Sorrentino invece parla dell'«energia» di Berlusconi, del suo non arrendersi mai di fronte agli ostacoli un modo per non «abdicare» mai.

Per il regista non è interessante condannarlo o assolverlo ma piuttosto assistere «alla sua inesauribile energia».

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