Economia

Lo Stato deve pagare l'Imu. Ma a rimetterci è il cittadino

La Cassazione dà ragione ai Comuni: imposta dovuta se l'uso non è istituzionale. Una mina da due miliardi

Lo Stato deve pagare l'Imu. Ma a rimetterci è il cittadino

Gli enti locali battono lo Stato e incassano l'Imu ma a pagare potrebbero essere i cittadini se il Parlamento non troverà una soluzione che tamponi una pericolosa emorragia di denaro dal centro verso le periferie. Due recenti ordinanze della Cassazione, infatti, creano un pericoloso precedente che potrebbe infatti dirottare miliardi di euro di Imu sugli immobili pubblici verso i Comuni.

In particolare con l'ordinanza 3275, pubblicata martedì scorso, la Suprema Corte ha respinto il ricorso dell'Agenzia del Demanio contro il pagamento dell'imposta su otto immobili (di cui quattro opere idrauliche) siti a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, e concessi alla Regione Emilia Romagna e all'Agenzia interregionale per il fiume Po. I giudici hanno stabilito, in primo luogo, che il demanio è un ente pubblico economico e, dunque, non è titolare dell'esenzione dalle imposte sugli immobili previste dalla legge per il mattone di Stato destinato a usi istituzionali. In seconda istanza, l'esenzione vale solo per gli enti proprietari che utilizzano direttamente il bene e non per gli immobili concessi in comodato o in usufrutto oppure locati ad altre amministrazioni pubbliche perché l'imposta grava sul proprietario del bene in quanto tale.

Con un'altra ordinanza, pubblicata anch'essa martedì, la Cassazione ha respinto il ricorso dello Stato maggiore dell'Aeronautica contro il versamento dell'Imu sugli immobili concessi ai militari per le esigenze abitative. In questo caso sarà Roma Capitale e il sindaco Raggi a passare all'incasso. Anche in questo caso non sono stati riconosciuti i fini istituzionali sia perché le abitazioni sono a uso privato del personale sia perché gli inquilini pagano un canone a titolo di compartecipazione alle spese di manutenzione. Analogamente, i magistrati non hanno riconosciuto la valenza infrastrutturale degli immobili per la costruzione dei quali esiste un apposito capitolo di spesa nel bilancio dello Stato. Quanto potrebbero costare allo Stato queste ordinanze? Gli unici dati vengono dalle stime del valore del patrimonio immobiliare pubblico effettuate dal Tesoro e relative al 31 dicembre 2015. Secondo queste rilevazioni, effettuate a campione, il Demanio sarebbe titolare di 60 miliardi di patrimonio immobiliare. Un'altra tabella evidenzia che gli immobili di tipo istituzionale non in uso valevano 30 miliardi dei quali 13 miliardi in locazione a privati. Quelli di tipo residenziale e commerciale valgono 36 miliardi dei quali 23 miliardi relativi a edilizia residenziale pubblica. Gli introiti per le casse dei Comuni, perciò, potrebbero aggirarsi, su basi prudenziali, tra 1 e 2 miliardi.

È chiaro che Virginia Raggi non potrà chiedere il pagamento dell'Imu al premier Giuseppe Conte per Palazzo Chigi e al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, per il mastodontico palazzo di Via XX Settembre poiché in entrambi i casi la finalità istituzionale dei due asset è facilmente provata. I sindaci, però, potranno farsi valere in tutti i casi dubbi, come ad esempio e foresterie. Ecco perché governo e maggioranza farebbero bene a correre ai ripari per evitare spese impreviste. Basterebbe una norma interpretativa inserita nel primo provvedimento utile per sanare il vulnus.

Ci sarebbe anche una seconda strada: accelerare ulteriormente sul piano di dismissione degli immobili pubblici.

Il governo starebbe pensando di alzare l'asticella da 1,1 a 1,8 miliardi di euro iniziando a mettere sul mercato entro fine anno i metri quadri che non servono più ma sui quali si potrebbe dover pagare l'Imu.

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