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Lo Stato paga in ritardo ma il governo finge che è ok

Roma Il governo dà i dati aggiornati sui pagamenti della Pubblica amministrazione, ma solo a metà. Ieri il ministero dell'Economia ha diffuso una nota ufficiale per dire che i tempi medi di pagamento per i beni e servizi acquistati dalla Pa si sono ridotti da 82 giorni (nel periodo 1 giugno 2014-31 maggio 2015, cioè prima dell'obbligo della fattura elettronica) a 54 giorni (dato dall'1 giugno 2015 a 31 maggio 2016). Tutto merito della fatturazione elettronica, che nel primo periodo non era entrata in vigore. Nella nota metodologica, il ministero spiegava che viene monitorato il 50% dei pagamenti.

La Cgia di Mestre, che nei giorni scorsi aveva invece rilevato come lo stock di debito contratto dallo Stato con i privati sia aumentato, ha definito i dati «surreali».

«Ma come - ha chiesto il coordinatore della Cgia Paolo Zabeo - grazie alla fatturazione elettronica il Mef ha la possibilità di monitorare tutte gli acquisti della nostra amministrazione pubblica e ci forniscono solo il 50% dei pagamenti senza dirci a quali importi si riferiscono?».

Giovedì la Cgia aveva calcolato che i debiti della Pa ammontano a 65 miliardi e avanzato il sospetto che i tempi si stiano di nuovo allungando, per permettere al governo di recuperare liquidità.

I conti pubblici, insieme al referendum, tengono il governo in tensione. La nota di aggiornamento del Def che arriverà entro settembre, renderà ufficiale l'impatto del calo del Pil sui conti e limiterà gli spazi di manovra. Ieri il ministero dell'Economia ha assicurato che la prossima manovra taglierà le tasse e non ci sarà una patrimoniale. Nessuna indicazione su come il governo intende reperire le risorse per fare quadrare i conti del 2016 e del 2017.

AnS

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