Cronache

È stato un vero "distruttore creatore"

È stato un vero "distruttore creatore"

Sergio Marchionne non è più fra noi. E' morto in pochi giorni, in una clinica di Zurigo dove era stato ricoverato d'urgenza per l'ultima sua sfida, quella per la vita, la sola che ha perso. Ma anche se non è più presente fisicamente, deve esserlo idealmente. Non va archiviato perché «tutto cambi senza che nulla cambi», come si fa spesso in Italia, nel mondo del capitalismo, in quello del lavoro e in quello della politica: con la Terza repubblica similissima alla prima, così come la seconda. Il desiderio di archiviare Marchionne nasce dal fatto che è stato un manager innovatore. Paragonarlo a Steve Jobs è, in certo senso, diminutivo: lui era un imprenditore, Marchionne un manager innovatore, figura assai rara.

L'economista Joseph Schumpeter, che ha teorizzato l'imprenditore innovatore come protagonista dello sviluppo economico capitalista, ha coniato, per lui l'espressione: «la distruzione creatrice»: tutto cambia, perché tutto deve realmente cambiare.

Il manager innovatore è raro e la distruzione creatrice è scomoda. L'innovatore che la mette in atto, come Steve Jobs ma anche come Silvio Berlusconi, si fa molti avversari. Lo stesso è toccato a Sergio Marchionne, che ha rilanciato l'efficienza del gruppo Fiat con i contratti aziendali di produttività avversati dal sindacato Cgil, dal vertice di comando della Confindustria e dai governi Pd, sino a Renzi incluso che ha attuato le innovazioni con un Job Act verticista.

La nuova Fiat Chrysler, diventata gigante competitivo, mettendo assieme due imprese in crisi, rigenerate tramite innovazioni di processo produttivo, di prodotti, di modelli e di tecniche finanziarie, ha spostato le sedi centrali, il lavoro di vertice e strategia finanziaria in Inghilterra e in Olanda ove non c'è monopolio del lavoro e pregiudizio al cambiamento e la tassazione progressiva è molto moderata e temperata da regimi permissivi per i guadagni di capitale e per le operazioni finanziarie. Ricordiamocelo per capire perché serve la flat tax.

Il nuovo modello di multinazionale di Marchionne punta su innovazioni sia tecnologiche (auto elettrica) che di mercato (auto sportive). Se anche i nuovi modelli di Jeep verranno concepiti con concetti di Made in Italy, con la produzione in Italia, resa efficiente con contratti aziendali e tasse moderate sul lavoro qualificato e sulle operazioni finanziarie noi saremo in grado di stare su questo mercato globale, con una mentalità multinazionale. Non si deve avere paura dello spostamento di parti della filiera di FCA in altri Paesi, se ciò rafforza l'impresa nel complesso e ne assicura il lavoro in Italia. Il lavoro non si crea con i diktat dirigisti o i sussidio, ma con la produttività. Sergio, il figlio del carabiniere perciò ha simbolicamente donato una jeep all'Arma ove suo padre era sottoufficiale.

Poi è andato in clinica per il suo ultimo viaggio.

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