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Steinmeier neopresidente a Berlino

Steinmeier neopresidente a Berlino

Un voto quasi plebiscitario (931 grandi elettori su 1253, hanno votato contro solo le estreme si sinistra e di destra), il sostegno della Cancelliera Angela Merkel e idee molto chiare sul ruolo della Germania. Frank Walter Steinmeier, sessantunenne ex ministro degli Esteri socialdemocratico, è il nuovo presidente della Repubblica al posto di Joachim Gauck, l'anziano pastore protestante ex dissidente della DDR che ha lasciato Palazzo Bellevue dopo un unico mandato di cinque anni. Un ruolo essenzialmente rappresentativo, quello che la Costituzione affida al capo dello Stato tedesco, ma che pure non ha impedito a Gauck e ad altri suoi predecessori di lasciare un'impronta degna di essere ricordata. E Steinmeier sembra avere tutte le intenzioni di non limitarsi a fare il maestro di cerimonie.

Merkel ha lodato le qualità di Steinmeier, esperto diplomatico adatto ai «tempi difficili» in cui la Germania (e l'Europa con lei) deve muoversi. E il neoeletto presidente ha subito chiarito, nei dieci minuti del suo discorso di ringraziamento, la sua visione. Che è quella di una Germania cuore di un'Europa che deve essere non solo orgogliosa dei propri valori, ma consapevole che il suo attuale ruolo storico è quello di rappresentare «un'ancora di speranza in tutto il mondo».

Fidato consigliere di Gerhard Schröder negli anni della cancelleria socialdemocratica, Steinmeier non ha citato né Donald Trump né l'ondata populista che minaccia di travolgere l'Unione Europea, ma erano evidenti le sue allusioni quando ha parlato del dovere di mostrare coraggio perché «in tempi tumultuosi, se altrove le fondamenta traballano, sta a noi difenderle a maggior ragione». Il coraggio a cui si riferiva era quello di «preservare ciò che abbiamo: la libertà e la democrazia in un'Europa unita». Conquiste che non sono inattaccabili, non vanno date per scontate e quindi «vanno difese insieme».

Nel suo discorso, il neo presidente ha rivolto una dedica alla moglie, la giudice Elke Büdebende, alla quale dieci anni fa aveva donato un rene per un'operazione salva-vita.

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