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La storia del jihadista "italiano" svela tutti i pericoli dello ius soli

Chi vuole regalare la cittadinanza a due milioni e mezzo di immigrati, dovrebbe studiarsi la storia di Youssef Zaghba. Ecco perché lo ius soli è un pericolo per tutti

La storia del jihadista "italiano" svela tutti i pericoli dello ius soli

"Chi vuol regalare la cittadinanza a due milioni e mezzo di immigrati con lo ius soli e lo ius culturae vada a studiarsi bene la storia di Youssef Zaghba". Roberto Calderoli attacca a testa bassa la sinistra che sta brigando per regalare la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati nel nostro Paese. E punta il dito contro uno dei tre jihadisti di Londra, nato e cresciuto in Marocco da padre marocchino, eppure cittadino italiano grazie alla madre italiana. "Non è attraverso la cittadinanza facile che si garantisce l'integrazione - fa eco il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri - i terribili attentati di questi ultimi mesi dovrebbero aver insegnato qualcosa sul significato di questo status che spesso si riduce a un fatto solo burocratico".

Quando fu fermato all'operatore che lo controllò, disse che voleva fare il terrorista. Poi si corresse. Gli fu sequestrato l'apparecchio, ma non c'erano, secondo il tribunale del riesame, i presupposti per ravvisare la sussistenza di un reato e quindi ne fu ordinata la restituzione e gli inquirenti non hanno potuto esaminare integralmente il contenuto di questo apparecchio informatico. Ieri, ai microfoni di Radio 24, il procuratore di Bologna Giuseppe Amato ha illustrato i particolare più inquietanti del fermo di Youssef Zaghba. "In virtù di questa cittadinanza italiana - tuona Calderoli - si è evitato l'espulsione nel 2016, quando le nostre forze dell'ordine lo avevano fermato come soggetto pericoloso e dunque da allontanare se non fosse stato italiano, e grazie al conseguente status di comunitario, in quanto italiano, ha potuto girare liberamente per l'Europa, facendo avanti indietro da Londra senza mai subire controlli né perquisizioni".

Youssef Zaghba è nato a Fez nel gennaio 1995 da padre marocchino e madre italiana ed è stato fermato all'aeroporto di Bologna nel marzo 2016 mentre cercava di prendere un volo per la Turchia e poi raggiungere la Siria. Come spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, "l'intelligence italiana aveva segnalato la sua presenza e i suoi frequenti spostamenti sia alle autorità marocchine sia a quelle britanniche". Ma nessuno lo ha fermato prima che colpisse sul London Bridge. "Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare - rassicura Amato - ma non c'erano gli elementi di prova che lui fosse un terrorista, era un soggetto sospettato per alcune modalità di comportamento". Inquietanti rivelazioni che gettano nuove ombre sullo ius soli tanto caro alla sinistra italiana. "Quella di Youssef Zaghba - spiega Calderoli - è la stessa storia dei fratelli Salah, dei fratelli Kouachi e di tutti gli altri jihadisti, tutti con passaporto francese, belga o inglese, tutti comunitari, che hanno insanguinato l'Europa negli ultimi due anni".

Come ricorda anche Gasparri, gli stranieri che vogliono la cittadinanza italiana possono ottenerla già con la legge attuale. A patto, però, che vengano rispettati regole e tempi precisi.

"Non è svendendola che si risolvono i problemi di accoglienza e integrazione degli immigrati - conclude il senatore di Forza Italia - si metta l'animo in pace chi ancora oggi insiste con questa tesi sbagliata".

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