Mondo

La strage all'università. La bomba e le fucilate: studente fa 18 vittime

Il 18enne poi si è suicidato, i feriti sono 50 Inviati 200 soldati: si cercano dei complici

La strage all'università. La bomba e le fucilate: studente fa 18 vittime

Le immagini delle telecamere cristallizzano impietose i minuti della mattanza. Protagonista del video Vladislav Roslyakov, un ragazzo di appena 18 anni che ha imbracciato un fucile nei locali della mensa del Politecnico di Kerch uccidendo 18 persone e ferendone almeno altre 50. Poco dopo ha raggiunto la biblioteca del Politecnico, dove si è sparato in bocca con la stessa arma. È accaduto ieri mattina in Crimea, in una città, Kerch, di 160mila abitanti a metà strada tra il mare d'Azov e il mar Nero, località famosa fino al giorno prima per aver dato i natali alla celebre astronoma Tamara Smirnova. L'insano gesto di Vladislav ha riportato la Crimea sulla terra, posizionando Kerch sulle cartine geografiche delle mete dell'orrore. Nel video, trasmesso dal canale televisivo Mesh, si vede un ragazzo biondo, con i capelli corti e una felpa nera col cappuccio che tiene in mano un grosso fucile. Spara all'impazzata, cercando la caccia grossa tra i suoi stessi compagni di scuola. La ricostruzione di quanto accaduto è affidata soprattutto alle testimonianze, come quella di Anna Voronkova, docente di chimica dell'istituto. «Ho sentito una forte esplosione e poco dopo colpi di arma da fuoco. I ragazzi fuggivano da tutte le parti. Il killer non ha avuto esitazione o pietà: ha sparato a chiunque tentava di correre e di mettersi in salvo». Anastasia Yenshina, studentessa 15enne, racconta: «Esplosioni e pallottole, sembrava la fine del mondo. Ho visto una mia compagna morta a terra. Le pareti erano imbrattate di sangue». Nelle parole delle due donne ci sono parecchie aderenze con quelle pronunciate da altri testimoni che hanno assistito all'inferno: prima un'esplosione e poco dopo la mattanza. Un aspetto che viene preso in esame dagli investigatori, ancora cauti nell'affermare che si sia trattato del gesto di uno squilibrato. La bomba, probabilmente di fabbricazione artigianale, (c'è chi parla di quattro deflagrazioni ben distinte) sarebbe stata utilizzata come esca per portare allo scoperto gli studenti e stanarli con freddezza e ferocia. Il Comitato Antiterroristico nazionale ha aperto un'indagine per terrorismo, ma soprattutto non esclude a priori che il giovane possa aver agito con l'aiuto di almeno un paio di complici. Nella città sono stati inviati oltre 200 soldati del distretto militare del sud e circa 10 mezzi pesanti, su ordine del comandante delle forze armate. Il Cremlino da parte sua ha fatto sapere che Vladimir Putin è stato messo al corrente dell'accaduto e ha porto le sue condoglianze ai familiari delle vittime, ordinando che tutti i feriti venissero trasportati all'ospedale principale. In serata il presidente russo, a Sochi per un vertice col presidente egiziano Al Sisi, ha fatto sapere di aver predisposto un fondo per i genitori dei ragazzi assassinati.

Sulla vicenda il ministero degli Interni ha tracciato un primo profilo dell'attentatore. Il nome di Roslyakov sarebbe stato inserito la scorsa primavera in un dossier di «persone da attenzionare» per via dei numerosi post sui social inneggianti all'estremismo e alla ricostituzione della grande Russia. Risulta inoltre che Roslyakov avesse acquistato il fucile e due confezioni da 150 cartucce l'8 settembre scorso.

Qualcuno nel frattempo, sulle ali della suggestione, ha paragonato il gesto di Roslyakov a quello del norvegese Anders Breivik, carnefice di 77 persone a Oslo il 22 luglio 2011.

Breivik però fu una sorta di lupo solitario, mentre in questo caso, pur non affermandolo in maniera del tutto ufficiale, il Cremlino sembra orientarsi verso un piano omicida congegnato a più mani.

Commenti