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Lo straniero non sa il tedesco? L'Austria gli taglia il sussidio

Il cancelliere: stop agli extracomunitari. E assegno decurtato di 300 euro per chi parla male la lingua

Lo straniero non sa il tedesco? L'Austria gli taglia il sussidio

Daniel Mosseri

Berlino No agli arrivi di extracomunitari e meno soldi ai residenti stranieri in Austria digiuni di tedesco, cittadini europei inclusi. È stato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz del Partito popolare, affiancato dal suo alleato di governo e vicecancelliere Heinz-Christian Strache della destra estrema del Fpö, a dare il doppio annuncio in conferenza stampa. Kurz e Strache si sono rivolti ai giornalisti a conclusione del ritiro del governo organizzato a Mauerbach, a nordovest della capitale: una due giorni per mettere a punto i dettagli del semestre austriaco di presidenza dell'Ue al via il 1 luglio. «Abbiamo discusso di immigrazione illegale», ha esordito il 31enne capo del governo austriaco. Il cancelliere ha osservato che gli arrivi di rifugiati in Grecia «sono in netto aumento», e ha messo in guardia da una possibile riapertura della via balcanica. Vienna, ha detto Kurz, sta preparando ogni contromisura necessaria. «Una situazione come quella del 2015 quando un milione di profughi in marcia verso la Germania attraversò l'ex Jugoslavia e il territorio austriaco deve essere evitata».

La novità non è tanto lo stop ai flussi di rifugiati quanto i tagli alla Mindestsicherung, il sussidio di sicurezza sociale. Si tratta di una riforma necessaria ha spiegato Kurz «perché il numero delle persone che ricevono il sussidio è aumentato del 60% dal 2012». Il criterio che il suo governo ha scelto per tagliare è linguistico: chi non parli il tedesco almeno a livello B1 si vedrà l'assegno decurtato di 300 euro quello pieno è di 863 euro. «Fa impressione che il 50% di chi lo riceve vive a Vienna e che la metà di questi siano stranieri», ha aggiunto il cancelliere, secondo cui serve un sistema «più giusto, che spinga chi riceve un sussidio ad andare a lavorare e che combatta l'immigrazione sociale» verso l'Austria. Sistemata la capitale, storica roccaforte socialdemocratica, Kurz ha spiegato che la chiave per accedere ai pieni servizi è la padronanza della lingua di Goethe. Il governo nero-blu spera così di risparmiare qualcosa del «miliardo di euro che destiniamo a questa voce». Kurz ha poi ringraziato i suoi collaboratori che gli hanno suggerito questo passo «nel senso di una maggiore equità» e ha garantito sulla costituzionalità del disegno di legge. Per rendere il sistema sociale del Paese alpino ancora meno attrattivo, Vienna ha anche deciso che i cittadino Ue che vivono in Austria possano ottenere la Mindestsicherung solo dopo cinque anni consecutivi di residenza.

Kurz si è detto molto soddisfatto del progetto, ma è anche facile immaginare che Bruxelles solleverà obiezioni contro la riforma. I trattati europei prevedono che i cittadini Ue residenti in un altro paese comunitario ricevano lo stesso trattamento della popolazione autoctona, a prescindere dalla conoscenza del tedesco. Trattamenti diversi fra francesi, romeni, tedeschi o bulgari non sono previsti.

È proprio per questo motivo che lo scorso settembre il governo austriaco che ha preceduto l'avvento di quello nero-blu ha portato la Germania davanti alla Corte europea di Giustizia dopo che Berlino ha pensato di rendere le autostrade tedesche veloci e gratuite a pagamento per tutti gli automobilisti non tedeschi.

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