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La strategia di Forza Italia per sfiancare il governo e pungolare il Carroccio

Sponda azzurra sulle battaglie dell'economia. Toti: "Ma con la Lega meglio usare il fioretto"

La strategia di Forza Italia per sfiancare il governo e pungolare il Carroccio

Il giorno dopo lo stop alla nazionalizzazione di Autostrade dettato da Giancarlo Giorgetti, le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio continuano a far discutere. L'impressione diffusa è che il numero due della Lega abbia dato voce a una preoccupazione e a una perplessità più profonda. Una perplessità che alberga in quella base nordista del Carroccio poco incline a parole d'ordine di stampo statalista, come testimoniato dall'intervento fatto al Meeting di Rimini dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo, tutto concentrato sulla necessità di rilanciare il ruolo degli enti locali.

Non è passato inosservato, ovviamente, anche il richiamo alla centralità delle riforme istituzionali. Un tema che simbolicamente rappresenta un ponte verso le battaglie storiche del centrodestra e un terreno su cui ricompattarsi in virtù della bandiera del presidenzialismo che Giorgetti non ha mancato di citare.

Se il capitolo riforme è lontano, il presente politico non può che concentrarsi sull'urgenza della questione Autostrade e sulla necessità di dotare il Paese di un nuovo piano infrastrutturale. E così la leghista Barbara Saltamartini interviene al Meeting battendo sul tasto del rilancio della questione del «controllo» del pubblico sul privato. Luca Zaia, invece, lancia una provocazione nel campo grillino: «Oggi vedo che i no-Gronda sono spariti: mi piacerebbe che i giornalisti andassero a intervistarli. Ritengo che quello attuale sia un bel banco di prova per il Movimento Cinquestelle, per sapere da che parte sta: con le opere o contro».

Forza Italia unisce le forze per sostenere il «no» di Giorgetti. «Capisco le sue perplessità. Lascia francamente di stucco la superficialità e la dabbenaggine del movimento di Grillo e Casaleggio che, come nell'Urss di Breznev, crede di poter mettere nelle mani pubbliche la gestione dei servizi. Evidentemente fanno gola le tante poltrone che si renderebbero disponibili» dice Mariastella Gelmini. Rincara la dose Mara Carfagna. «Siamo passati da una gestione quasi esclusivamente pubblica dei grandi servizi, che ha alimentato sprechi e inefficienze, a privatizzazioni fatte male (dai governi Prodi e D'Alema negli anni Novanta), svendite di Stato che hanno creato monopoli privati al riparo della sana pressione concorrenziale. Nazionalizzare non conviene quasi mai: Forza Italia sarà sempre contraria a nazionalizzazioni che finiscono per scaricare sui contribuenti i costi di inefficienze e malagestione».

Chi offre una chiave di lettura diversa è Giovanni Toti, come presidente di Regione e commissario alla ricostruzione. «Credo ci siano le condizioni per fare di una tragedia immane una grande opportunità: questo è il compito della politica».

Il governatore si sofferma poi sulla tensione nei rapporti tra Fi e Lega e offre il suo consiglio. «Forza Italia deve ricordarsi che governiamo con la Lega in sei regioni. Questo governo spesso fa diagnosi giuste e adotta ricette sbagliate. Forza Italia deve usare più il fioretto che l'accetta nella sua opposizione. Altrimenti rischia di confondersi con la strategia del tanto peggio tanto meglio del Pd.

E questo non è certamente ciò che vogliamo».

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