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Strigliata di Draghi al governo "Cambiate subito la manovra"

Il presidente Bce: «Il debito richiede più responsabilità» Tria prende tempo con l'Ue e Conte promette altri tagli

Strigliata di Draghi al governo "Cambiate subito la manovra"

«Un debito pubblico elevato e una bassa crescita richiedono un grado di responsabilità che va oltre la normativa comunitaria». Il presidente della Bce, Mario Draghi, lunedì scorso ha rivolto questo messaggio ai ministri dell'Eurogruppo nel corso di una discussione incentrata sulla manovra italiana. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, è stato così oggetto di una particolare «attenzione» da parte del nostro connazionale più influente dal punto di vista finanziario in ambito europeo.

Sono parole che pesano e che mettono il titolare del Tesoro in una posizione molto «scomoda» in quanto lo costringe a mediare tra due posizioni contrapposte. Domani sarà la volta del presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, a visitare Via XX settembre chiedendo una pronta revisione della manovra, mentre oggi le previsioni economiche autunnali della Commissione Ue dovrebbero certificare uno scenario macroeconomico che nel nostro Paese renderebbe insostenibile il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica a fronte di un deficit crescente al 2,4% del Pil.

Tanto più che ieri l'Istat ha dato ulteriori motivi di preoccupazione. A settembre le vendite al dettaglio sono diminuite in valore dello 0,7% sul mese precedente e del 2,8% su base annua, valori ben al di sotto delle previsioni degli analisti. La Nota mensile dell'istituto di statistica ha ribadito che «l'andamento dell'economia italiana ha evidenziato un'ulteriore flessione». L'Ufficio studi di Confcommercio ha sottolineato come non si possa escludere «un quarto trimestre con il segno meno per il prodotto interno lordo» anche per l'effetto spread sul reddito disponibile delle famiglie.

Come reagirà il governo a questo pressing? L'esecutivo intende aspettare fino all'ultimo momento disponibile (il 13 novembre) per inviare la lettera di risposta alle osservazioni di Bruxelles sulla manovra. Nella lettera sarà ribadito il concetto che il deficit al 2.4 rimane un punto di riferimento. L'ottica è quella del dialogo costruttivo Roma-Bruxelles alla ricerca di un'intesa accettabile a tutti. In caso di un ulteriore deterioramento del quadro macroeconomico (con un Pil 2018 inferiore all'1,1% sarà difficile fare un +1,5% l'anno prossimo) il premier Giuseppe Conte ha anticipato che «adotteremo misure di contenimento della spesa», ma cum grano salis. saràà la cosiddetta task force «taglia-forbici» a determinare le riduzioni di spesa in grado di attenuare l'impatto della manovra sul deficit, quand'anche il rinvio della partenza di reddito di cittadinanza e controriforma della Fornero non bastassero.

Intanto, è emerso il primo conto di un eventuale stop alla Tav Torino-Lione.

L'Italia, riferisce l'Agi, sarebbe costretta a rimborsare all'Ue circa 500 milioni già percepiti dal bilancio comunitario e perderebbe circa 700 milioni ancora disponibili per il periodo di bilancio 2014-2020.

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