Cronache

Studenti invitati per forza alle prime nozze "omosex"

Gli alunni di tutte le scuole costretti ad assistere alla cerimonia in Comune

Studenti invitati per forza alle prime nozze "omosex"

Montevarchi (Arezzo) - Una gita scolastica decisamente inusuale, a cui gli studenti non hanno nemmeno potuto scegliere se partecipare o meno visto che hanno aderito direttamente le scuole: come «attività didattica» per gli studenti di Montevarchi, in provincia di Arezzo, è stato deciso di far partecipare i ragazzi di tutti gli istituti cittadini alla cerimonia di iscrizione della prima coppia gay nel registro delle unioni civili del Comune, andata in scena in contemporanea alla proiezione di un documentario sulla storia d'amore di due ragazze e del loro matrimonio in Svezia, per celebrare la festa della donna. A denunciare l'episodio è stato il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia in Regione, Giovanni Donzelli. La vicenda è avvenuta sabato scorso presso l'auditorium comunale della cittadina toscana, e ha suscitato le proteste di alcuni genitori, cui la decisione delle scuola proprio non è andata giù. «La festa dell'8 marzo recita il testo della lettera inviata da un genitore al ministro dell'Istruzione e al dirigente dell'ufficio scolastico regionale è stata usata a pretesto per inculcare nelle menti dei nostri figli che la famiglia non è più quella formata da babbo e mamma ma quella formata da due uomini o due donne». Alcuni genitori si chiedono perché, se il Comune di Montevarchi voleva proprio testimoniare ai giovani l'importanza e il valore di un'unione, non abbia riservato analogo trattamento alla cerimonia con cui il sindaco ha premiato appena tre settimane prima le coppie con 50 anni di matrimonio alle spalle. Insomma, a Montevarchi restare uniti per mezzo secolo non è qualcosa meritevole di essere portato a esempio alle nuove generazioni, mentre lo è mostrare l'iscrizione in un registro che finora in diverse città italiane ha registrato un clamoroso flop di adesioni, peraltro su un tema ancora al centro di un acceso dibattito politico.In un video su Youtube si vede il vicesindaco Elisa Bertini sul palco mentre presenta l'appuntamento citando la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, per poi passare la parola ai due giovani protagonisti. Fuori campo, gli applausi dei presenti che si intuisce essere tutt'altro che qualche sparuta unità. Non è contro il registro delle unioni civili in sé che Donzelli si è scagliato «l'istituzione è una scelta discutibile ma legittima, così come è legittimo iscriversi», spiega il consigliere di destra ma sulla scelta di far partecipare alla cerimonia gli studenti di tutte le scuole, come se si trattasse di un'attività didattica al pari della visita a un museo o l'incontro con qualche illustre personalità. Stavolta invece ai ragazzi di Montevarchi è stata propinata una visione di parte di quella che è a tutti gli effetti una situazione ancora piuttosto controversa, nel nostro Paese, insieme al film Lei disse sì. «La scuola pubblica pagata con i soldi pubblici non deve e non può essere usata per diffondere le idee della lobby gay. I dirigenti scolastici siano licenziati, il sindaco per fortuna sta terminando il proprio mandato e a bocciare il suo operato ci penseranno gli elettori». La replica del vicesindaco non si è fatta attendere, affidata al sito ValdarnoPost: «Ritengo che quello di sabato sia stato un momento positivo e importante per la comunità di Montevarchi spiega Elisa Bertini - perché abbiamo presentato pubblicamente il risultato di un lungo percorso politico e istituzionale che ha portato al registro delle unioni civili.

Gli istituti scolastici hanno aderito liberamente alla manifestazione».

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