Politica

Studiano i precedenti e i tutorial sul web Cresce la paura per i jihadisti «fai da te»

Non solo commandos addestrati, anche lupi solitari pronti a colpire

Matteo Basile

Dimentichiamo per un attimo il commando organizzato che studia come realizzare un attentato con metodi quasi militari. Decine di persone addestrate, mesi di contatti, strategie pianificate, alta tecnologia ed esplosivi che solo criminali di un certo calibro possono reperire. Adesso a seminare morte e terrore, specialmente in Europa, sono singoli soggetti autodidatti che si addestrano sul web e reperiscono su internet armi e munizioni, anche in quantità ridotta ma sufficienti per compiere una strage.

Dall'11 settembre, ma anche prima, eravamo abituati a pensare a commandi stragisti complessi. È stato così per le torri gemelle, A Parigi per la strage di Charlie Hebdo, del Bataclan e dello Stade de France. Ma anche a Bruxelles per l'attacco all'aeroporto e alla metropolitana. Organizzazione, coordinazione e un indottrinamento verso la jihad che viene da lontano. Pericolosissimi, spesso letali ma paradossalmente anche più individuabili da parte degli apparati di intelligence. Ora gli attentati di Nizza e di Monaco ci presentano un nuovo copione del terrore, un'evoluzione, forse, ancora più pericolosa. Qualsiasi folle, fanatico, frustrato o depresso che sia, può trovare online tutto il necessario su come assemblare un ordigno rudimentale, come reperire un'arma e anche come causare il maggior numero di danni.

È di dominio pubblico per esempio l'esistenza del sito «Inspire» che senza nascondere la sua attività di proselitismo, scrive che «ispira i credenti a combattere» e afferma: «Crociati, non godrete mai di tranquillità. I vostri Paesi non potranno mai godere della sicurezza finché abbiamo sangue pulsante nelle vene e cuori forti. Stiamo arrivando per volontà di Allah». Un sito inquietante che fornisce un'assistenza dettagliata ai cosiddetti lupi solitari per mettere in pratica attacchi suicidi, azioni con autobombe e dà consigli su come costruire ordigni e sfuggire ai controlli aeroportuali. Un vademecum completo in arabo e inglese con tanto di nomi di imprenditori e personaggi pubblici da colpire per dare l'esempio, da Bill Gates a Michael Bloomberg, e un sorta di tutorial con video allegati per fabbricare bombe ed usarle correttamente. Un'escalation del terrore inquietante perché esce dai canoni del proselitismo «tradizionale» e si rivolge ad una fascia di persone molto più vasta. Quella classe media delle periferie, istruita ma frustrata, integrata ma arrabbiata, pronta a diventare di punto in bianco combattente in nome di un ideale malato. O, peggio ancora, soltanto per spirito di emulazione con quanto visto in televisione.

Un allarme globale, basti pensare ai luoghi di aggregazione di massa o ai grandi eventi. È dei giorni scorsi la scoperta di un altro inquietante sito web che istruiva aspiranti terroristi a colpire durante i Giochi olimpici di Rio de Janeiro. Anche su questo portale erano a disposizione consigli su tattiche di guerriglia improvvisata che vanno dall'attentato ai mezzi di trasporto fino al rapimento, l'uccisione e l'avvelenamento di quante più persone possibili.

Il terrore, dunque, viaggia in rete e allo jihadista della porta accanto basta un computer per trasformarsi da folle «comune» a terrorista a tutti gli effetti.

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